lunedì 25 settembre 2017

Liberi liberi siamo noi...?

In questo periodo non faccio altro che sentire parlare di "libertà" in termini che mi lasciano un po' perplessa.
Tutti tirano fuori questa parola nelle discussioni su vari argomenti, come i vaccini, la raccolta differenziata, la scuola, la circolazione sulle strade... perfino sulla possibilità di insultare, istigare all'odio o agire contro la legge.

Ma cos'è, davvero, la libertà?

Ultimamente mi sembra che sia inteso come "fare ciò che si vuole".
Ma è davvero così?
Prima di tutto, credo sia importante dire che, secondo me, ci sono diversi "tipi" di libertà: la "libertà di", la "libertà da", la libertà per".

Mi spiego:

La "libertà di" è essenzialmente quella di fare ciò che ci viene in mente, senza che nessuno ci ostacoli, oppure la libertà di poter esprimere il proprio pensiero, di potersi vestire come si desidera, uscire senza essere fermati o rischiare di subire aggressioni, di poter scegliere che scuola fare ecc...
Mentre la prima definizione non è per forza positiva, le altre sono importantissime.
Al contrario, la libertà di "fare quello che voglio" non è, secondo me, vera libertà. Il popolo del web insorge al grido di "ognuno è libero di educare suo figlio come vuole" (e quindi se lo picchia o se lo umilia, sono fatti suoi); "ognuno è libero di scegliere se vaccinare o no" (se poi il bambino si ammala, gli dici che è stata una tua libera scelta); "io voglio essere libera di decidere quando buttare i miei rifiuti e non quando me lo dicono quelli della raccolta porta a porta" (ma se poi costruiscono un inceneritore dietro casa perché tu non ricicli o non separi i rifiuti, ecco che saluti di dicendo che sei "libera di respirare aria pulita" e che siano "gli altri" ad avere l'inceneritore sotto casa per bruciare i rifiuti che tu non vuoi differenziare nei giorni stabiliti. Tu hai diritto, sei libera, di mangiare il pesce il giorno che ti pare, quindi che cambino la raccolta e la facciano quando serve a te, non il giorno prima, che diamine!).
E così via.
Inoltre, agire facendo ciò che vogliamo, senza riflettere, seguendo solo i nostri desideri, può causare un danno alla libertà altrui (sono libera di fare quello che voglio, in casa mia, per cui mi metto ad ascoltare musica a tutti volume alle tre di notte... ma ci vive vicino a me ha diritto ed è libero di dormire, a quell'ora...) 

Ma questa non è libertà.
È egoismo.

C'è poi la "libertà da".
È la capacità di fare le nostre scelte in modo consapevole, senza essere preda dei nostri istinti, delle nostre voglie, dei condizionamenti di ogni tipo. Questa libertà è difficile da conquistare, perché occorre sempre riflettere, prima di agire. Chi agisce in preda all'impulso del momento al "voglio fare questo, sono libero di farlo", in realtà è schiavo delle sue pulsioni. Anche essere liberi dai condizionamenti non è facile. Questo non significa non seguire nessun ideale presente, ma significa - nel caso decidessimo di seguirlo -  abbracciarlo in modo consapevole, dopo aver riflettuto se è ciò che fa per noi e non perché "tutti dicono così".

Infine, la "libertà per".
Una volta che abbiamo capito di essere liberi, una volta che abbiamo conquistato la nostra libertà, cosa ne facciamo? A cosa serve la nostra libertà? Solo a soddisfare i nostri desideri? Si tornerebbe al non essere davvero liberi, perché schiavi di ogni impulso, senza la capacità di ragionare, usare il pensiero critico, capire se quello che desideriamo lede la libertà altrui ecc...

La libertà è anche - o forse prima di tutto - responsabilità .
Chi non è libero non può essere responsabile delle proprie azioni, perché queste saranno influenzate da tutto ciò che ostacola la sua libertà.

Chi è libero, invece, ha la responsabilità di usare questa libertà per il bene comune, per liberare anche gli altri, per rendersi utile a se stesso e agli altri. Perché non ci può essere vera libertà se continuano ad esistere, intorno a noi, schiavi di ogni tipo (schiavi del gioco, delle droghe, del denaro, dell'odio, della fame, della povertà, della guerra...).

La libertà, quindi, non è far ciò che si vuole, senza riflettere se questo possa causare danno a chi sta intorno a noi, che sia essere umano, animale, pianta, ambiente. Non è pensare "se voglio farlo, ho diritto, sono libero di farlo".
Non è sfidare le regole mettendo i pericolo se stessi e gli altri.
Non è fregarsene delle conseguenze delle nostre azioni.
La libertà è, prima di tutto, responsabilità.


La mia libertà finisce dove comincia quella degli altri. (attribuita a M. L. King, ma non sono sicura)
Ama e fa' ciò che vuoi (S. Agostino) - se ami, non farai mai azioni volte a limitare la libertà degli altri o a danneggiarli in nessun modo
Io non sarò veramente libero che quando tutti gli esseri umani che mi circondano, uomini e donne, non saranno ugualmente liberi (M. Bakunin)







venerdì 14 aprile 2017

La Croce: follia per gli uomini

Una persona che si è definita atea mi ha raccontato che un'amica credente diceva di avere grosse difficoltà ad accettare la croce come simbolo di salvezza. Questa conoscente cercava di spiegare all'amica credente che la croce era il simbolo del gesto d'amore fatto da Gesù per salvare gli uomini, ma l'amica continuava a dire che uno strumento di tortura non poteva essere segno di salvezza.
Sono rimasta molto sorpresa per questa discussione. Sarebbe stato più logico che fosse avvenuto il contrario, cioè che la persona credente avesse spiegato il significato della croce alla persona atea.
Questo mi ha molto colpito.
Poi, la mia conoscente ha detto che comunque lei non trovava "giusto" il fatto che una persona innocente dovesse pagare per le colpe di altri.
Infatti, non lo è. Il sacrificio di Gesù non è "giusto" dal punto di vista umano. Il fatto che lui si lasci uccidere pur di non andare contro agli uomini e contro la loro libertà di scelta, per adempiere tutto ciò che era stato scritto in passato, per salvare persone che lo hanno rifiutato e ucciso, è del tutto folle, per la logica umana.
Eppure, alcune persone sotto la croce lo hanno detto chiaramente: "scenda dalla Croce e gli crederemo!"
Bastava che lui facesse un gesto eclatante, come ha fatto per Lazzaro, per la bambina morta, per tutti coloro che ha guarito...
Non ha fatto nulla.
Ha aderito fino in fondo al piano già scritto.
Se avesse fatto quel gesto, sarebbero tutti davvero caduti in ginocchio, proclamandolo figlio di Dio?
O piuttosto non avrebbero detto, come già in passato riguardo ad alcuni miracoli, che era "opera del demonio"?
E dove sarebbe finita la libertà lasciata agli uomini, di credere oppure rifiutare?
E così un gesto davvero ingiusto, come è stato definito dalla mia conoscente, è diventato un gesto salvifico.
Uno strumento di tortura terribile come la croce (buffo, no, che poi la Chiesa stessa di sia messa a torturare le persone facendo propria l'usanza dei tempi, anziché seguire la parola di Dio) è diventato simbolo di salvezza.

"Quando sarò elevato in alto, attirerò tutti a me" (Gv 12,32)

Speriamo che tutti gli uomini siano attirati da questo gesto di estremo amore - dare la vita per i propri amici - e smettano di uccidersi e distruggere il mondo.

lunedì 10 aprile 2017

Passione ieri e oggi

Quante volte avrò sentito il racconto della Passione di Gesù? Decine di volte. Eppure, ogni volta, mi dice qualcosa di nuovo. La bellezza della parola di Dio: si fa nuova ogni giorno!
Questa volta sono rimasta colpita dalle reazioni delle persone intorno a Gesù, riguardo a ciò che stava succedendo.
Ho pensato a Giuda e a Pietro. Entrambi tradiscono Gesù.
Giuda per soldi, Pietro per paura.
Ma hanno due reazioni diverse.
Il primo si uccide, il secondo scoppia a piangere, ma non se ne andrà mai più dal cammino che ha intrapreso con Gesù.
Risultati immagini per Rinnegamento pietro
Perché Giuda si uccide? Per il rimorso, certo. Ma, credo, soprattutto perché non ha compreso fino in fondo il messaggio portato da Gesù. Messaggio di amore e di perdono. Eppure anche lui ha visto quante volte Gesù ha perdonato le persone che si erano avvicinate a lui. Come mai non ha creduto che fosse possibile anche per se stesso? Come mai non è riuscito a correre sotto la croce e gridare: "perdonami"? Credo che Giuda cercasse altro, in Gesù. Lui cercava un condottiero, qualcuno capace di scacciare i Romani e di restaurare il Regno di Israele. Rimasto deluso, ha abbandonato Gesù. Ma quando ha capito che non solo lo aveva abbandonato, ma lo aveva condannato a morte (e che morte...), il rimorso lo ha portato ad uccidersi. Ancora una volta non ha pensato che Gesù fosse qualcosa di più di un condottiero. Ancora una volta non ha colto l'amore di Gesù per lui, che pure, pochi istanti prima, lo aveva chiamato "amico" e aveva accettato il suo bacio.
Pietro non si è ucciso. Pietro, forse, vedendo che perfino in quel momento Gesù sapeva cosa sarebbe accaduto, ha capito che Gesù era molto di più che un profeta. Ha capito che l'amore di Gesù era così grande che lo avrebbe perdonato. O forse, nel modo tranquillo con cui Gesù gli ha detto cosa avrebbe fatto, ha già intravisto i segni del perdono. Gli ci vorrà ancora un po', per arrivare ad essere la pietra su cui nascerà la prima Chiesa, ma è già in cammino.

Ancora, la reazione delle persone davanti alla sofferenza di Gesù.
Invece di vedere una persona che sta morendo con sofferenze indicibili, lo deridono, si accaniscono (non vogliono che i soldati diano da bere a Gesù qualcosa per stordirlo, vogliono vedere "se viene Elia a salvarlo")... E come non farsi venire in mente la scena del ragazzo immigrato, che è annegato non molto tempo fa a Venezia, sotto le grida di scherno dei presenti?
La storia dell'uomo va avanti da migliaia di anni, eppure continua a ripetersi sempre allo stesso modo.
Studiamo la storia e i gli effetti delle guerre passate, ma continuiamo a farne sempre di nuove. Studiamo le carneficine, le torture, le violenze perpetrate da dittatori e capi di stato, eppure vediamo che si ripetono più o meno identiche in ogni periodo.
Non abbiamo imparato niente.
Eppure Dio continua a morire per noi.
PER NOI!! Per questi esseri che si uccidono per un poco di liquido nero, o di pietre luccicanti... che si violentano ogni giorno, che lasciano morire fratelli di fame, malattie, guerre...
Eppure Gesù ha affidato la sua Chiesa non a uno come Giovanni, sempre fedele, fino sotto la croce, ma ad uno come Pietro. Ad uno che lo ha rinnegato, che è scappato, che non lo ha capito...
E noi che pretendiamo di sapere cosa pensa Dio, come agisce Dio, cosa farà Dio (ogni dove si leggono articoli su Dio che non vuole questo e non vuole quello... con parole di fuoco, aggressive, intolleranti...), quando il suo pensiero è talmente distante dal nostro che nemmeno con tutto il nostro ingegno unito insieme riusciremmo a capire un briciolo del suo modo di agire.
Chi studia la Bibbia cerca di capire cosa ci vuole dire Dio, ma comunque la logica che Lui segue sfugge sempre ad ogni comprensione.

In conclusione... se c'è stata speranza per Pietro, se uno come lui ha avuto un posto "in prima fila", allora c'è speranza anche per me.

lunedì 6 febbraio 2017

Giuro su Dio...

Da diversi giorni, ormai, rifletto e rimugino sulla cerimonia di insediamento del Presidente degli Stati Uniti, anche se questa questione me la sono sempre posta anche davanti ad altre situazioni simili. Sto parlando del momento in cui il Presidente giura sulla Bibbia.
Come cristiana, provo un forte disagio davanti a questo gesto.
Prima di tutto perché, come rappresentante di una Nazione, soprattutto una così eterogenea come gli USA, non può fare un gesto che riguarda la fede solo di una parte - che sia grande o piccola non conta - della popolazione.
Inoltre perché, se vuoi dimostrare di essere cristiano, dovresti sapere che Gesù ha detto di non giurare mai (Matteo 5,33-37: "Avete inoltre udito che fu detto agli antichi: "Non giurare il falso; ma adempi le cose promesse con giuramento al Signore". Ma io vi dico: Non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di fare bianco o nero un solo capello; ma il vostro parlare sia: Sì, sì, no, no; tutto ciò che va oltre questo, viene dal maligno."), quindi, con il giuramento, vai contro la parola stessa del Gesù che dichiari di seguire.

Ma non solo. Cosa significa, giurare sulla Bibbia?

Che, se dico il falso, Dio mi manderà un fulmine dal cielo per incenerirmi all'istante?
Che, se dico il falso, verrò scomunicato?
Cosa si vuole dimostrare?
Non ho mai capito i giuramenti.
"Te lo giuro su Dio/mia madre/tutto-ciò-che-ho, è tutto vero"
Che significa?
Che perderò tutto se dico il falso?

Posso forse perdere Dio?
Dio mi ucciderà o ucciderà mia madre perché ho detto una bugia?
E davvero io dovrei credere in un Dio del genere?

Se sono una persona in cui si può riporre fiducia, non avrò bisogno di giurare per dimostrare che dico il vero.
Se sono un falso, un bugiardo, un disonesto, anche se giuro su tutto l'oro del mondo, su Dio, la mamma o Maradona, la mia parola non avrà alcun valore.