sabato 26 marzo 2016

Sabato Santo


La messa del giovedì Santo non termina come le altre messe. Non c'è saluto finale. Perché in realtà non finisce, riprenderà la notte del Sabato Santo con la celebrazione della Pasqua, che infatti non inizia come le altre messe.
Questo uscire di Chiesa, ma sapere che la Messa non è finita, mi ha sempre dato una forte emozione. Da bambina sentivo che avrei dovuto comportarmi, nei giorni seguenti, come se fossi ancora alla Messa, se fossi ancora in Chiesa.
In questi tre giorni sento come se il mondo trattenesse il fiato. Sento un' atmosfera sospesa, di silenzio, di attesa.
Mi sembra di dover camminare in punta di piedi, per rispettare questo silenzio. Un po' come quando entriamo nell' interno di vecchi monasteri in cui il tempo sembra essersi fermato e ci muoviamo in silenzio per non disturbare.
Il mondo trattiene il fiato. Privato della presenza del suo creatore, ucciso dalle sue creature, attende.
Eppure non è un' attesa triste.
È come quando, da bambina, hai preparato una sorpresa per la mamma. Attendi con trepidazione di sentire i suoi passi e fremi al pensiero del suo sorriso e del suo abbraccio.
Il mondo attende.
E stanotte, finalmente, potrà lasciarsi andare alla gioia di gridare che la vita vince.
La morte esiste, ma non è la fine di tutto.
Dio vince sempre.
L'amore vince sempre.
E tutti coloro, nel mondo, che stanno spargendo terrore, per cercare di convincerci che solo chi è più forte, chi odia di più, vince, perderanno la loro battaglia davanti ad un uomo abbattuto, sconfitto, deriso, ucciso, che però si è affidato a Dio e ha vinto.
Ha vinto dove gli uomini vedevano solo una sconfitta.
Ha vinto per ricordare ad ognuno di noi che, anche quando tutto sembra perduto, anche quando perdiamo coloro che amiamo più della nostra stessa vita, non finisce tutto, ma "oggi sarai con me in Paradiso".