domenica 24 dicembre 2023

Natale 2023

Anche quest'anno, silenzioso, senza troppo clamore, nascondendosi fra le luci, i panettoni, le mille vetrine scintillanti, è arrivato questo piccolo bambino che segnerà per sempre il nostro mondo, tanto da fare dividere la storia in due: prima e dopo Cristo. 

E così come ha diviso la storia, continua oggi a dividere il mondo. Fra chi crede che questo bambino uguale a milioni di altri bambini sia il figlio di Dio e chi crede che sia un rsaltato, un illuso, un aognatore o, al massimo, un grande profeta.

Nel giorno in cui festeggiamo questa nascita, è accaduto per me, come per moltissime altre persone, che una persona cara abbia lasciato questo mondo. E così, come sempre accade da quando esiste la vita sulla terra, morte e vita si intrecciano in una danza senza fine, un continuo susseguirsi di esplosioni di gioia e oceani di dolore.

Senza la morte non esisterebbe la vita. Questa vita che nasce, questo Bambino che arriva per noi è già lui stesso segnato da quello che sarà il suo destino: la mirra, il dono ricevuto poco dopo la sua nascita da uno dei sapienti che arriverà a rendergli omaggio, è una sostanza che veniva usata dagli Egizi per conservare i corpi dei defunti. Uno strano regalo, per un bambino, non vi pare? 

Ma questo Bambino viene proprio per ricordarci che da ora in poi la morte non è più il piombare nel nulla senza speranza. È solo un passaggio ad un'altra vita, più piena, senza dolore, senza fine. 

E io vorrei celebrare così questo Natale, nell'attesa di ritrovare i miei cari, poterli abbracciare di nuovo e vederli di nuovo felici, senza dolore, senza preoccupazioni, in pace.



mercoledì 25 ottobre 2023

Non è vero che le persone leggono e commentano solo il titolo degli articoli

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Gli animali sono tutti uguali oppure no?

Mentre qui fuori di sentono gli spari sotto casa e io penso che non posso uscire a fare una passeggiata, rifletto sulla storia del cervo Bambotto, il beniamino del paese di Pecol. Si sono indignati tutti, giustamente. A di là delle considerazioni sul fatto che gli animali selvatici non devono essere abituati ad avere confidenza con l'uomo proprio per evitare queste situazioni, mi viene da chiedermi se tutti quelli che si sono arrabbiati per l'accaduto abbiano mai mangiato con gusto polenta e capriolo, salame di cervo, ragù di cinghiale e se sulle loro tavole sia presente più o meno spesso la carne. Perché quel cervo non è diverso dagli animali che troviamo nel nostro piatto. Lui è semplicemente un animale che è nato e cresciuto fra gli uomini, ma non è diverso da tutti gli altri animali che teniamo negli allevamenti ed eliminiamo a milioni per nutrirci.

Anzi, un animale cacciato è comunque un animale che ha vissuto libero e felice per sette anni, mentre un animale di allevamento conduce una vita misera (se possiamo chiamarla vita) per pochi mesi e poi fa la stessa fine.

Ma per questi animali nessuno si indigna.

Perché Bambotto aveva un nome, un'identità, una storia. Non era più "un cervo", ma era un individuo.

Ecco, fermiamoci a pensare che anche tutti gli altri animali che finiscono nei nostri piatti, lo sono. Se prendiamo uno qualsiasi di essi e lo portiamo via da quei luoghi, diventerà anche lui un "Bambotto", con un nome, un'identità, un carattere. Scopriremo che anche l'ultima delle galline di batteria ha una sua identità, non è un pezzo di carne. Pensiamo a che vita ha fatto, a che vita avrebbe avuto diritto. A quel punto potremmo decidere se mangiatla lo stesso oppure no. 

Tanti (troppi) anni fa, fuori da un pollaio dove le galline ovaiole "vivevano" in quattro in gabbie di 40cmx40, con le zampe sempre su una grata perché così uova e feci cadevano su un nastro, con il becco tagliato perché sennò si sarebbero eliminate per avere spazio, con la luce sempre accesa giorno e notte per fargli fare più uova, vidi un mucchio di galline in terra, sotto il sole. Decine, ammucchiate come spazzatura. Ad un tratto vidi che una si muoveva debolmente e lo feci presente ad un operaio che passava. Lui, con un'alzata di spalle, rispose che non era un problema, lì sotto il sole sarebbe durata poco. Mi si strinse lo stomaco e il cuore. Chiesi se l'avessi potuta prendere e l'operaio mi rispose: "e che te ne fai? Tanto ora mu0re".

La portai a casa, la misi su un letto di paglia all'interno di una vecchia voliera, iniziai a darle da bere con un cucchiaino, poi del pastone bagnato con un pochino d'acqua perché non riusciva nemmeno a mangiare. In poco tempo si riprese. Divenne bellissima, grassoccia, con un piumaggio folto e lucido. Alla faccia dell'idea che le galline siano "stup1de", mi riconosceva, mi veniva incontro chiocciando e mi dava delle beccatine delicate per salutarmi. 

Ecco, Cocca non era più "una gallina", ma "la" gallina. Aveva un nome, era un individuo. E quando le persone a cui l'affidai al termine della vacanza dicendo di averne cura che l'avrei presa al mio ritorno, la cucinarono, mi sono arrabbiata, ho sofferto. Mi risposero: "era diventata così bella grassa, che era un peccato non mangiarla". Mi arrabbiai. Gli dissi che era la mia gallina, non si dovevano permettere, gliela avevo affidata con fiducia...

Cocca, insomma, era la mia Bambotto.

Pensiamoci, ogni volta che addentiamo un pezzo di carne. 

Era un individuo.



P. S.: A tutto questo ci sarebbe anche da aggiungere una considerazione sul fatto che chi va a caccia oggi non lo fa per procacciarsi il cibo, ma per "divertimento" e quindi si dovrebbe aprire una discussione su come si possa trovare "divertente" togliere la vita ad un essere vivente... 

(Foto dal Corriere del Veneto)


sabato 19 agosto 2023

La cultura dello scarto

 Chissà se io sono necessaria allo "sforzo produttivo del paese"... 

Credo di no. Non produco beni tangibili, non guadagno abbastanza da fare "girare l'economia", mi occupo, anzi, di qualcosa che fa risparmiare e non produrre. 

Ergo, potrei ammalarmi e morire senza nessun problema.

Anche la mia cara zia di novantasei anni non produce, sebbene dia lavoro alla badante. Quindi potrei anche andare a trovarla senza fare attenzione anche se non sto bene; tanto se si ammala, che problema c'è?

Ecco, quando papa Francesco parla di "cultura dello scarto", si riferisce proprio a questo tipo di pensiero, di atteggiamento. Se non sei utile, se non produci, non servi, sei un peso per la società. Il tuo posto in ospedale potrebbe servire ad un giovane e forte soggetto ancora in grado di servire il paese. 

Produci, consuma, crepa, possibilmente in modo rapido, così non dobbiamo nemmeno pagarti la pensione.

Desidero un mondo in cui le persone siano considerate tutte ugualmente importanti e fondamentali per il benessere della società. Un mondo in cui sedersi accanto ad una persona anziana per ascoltare la storia della sua vita, tenendole la mano, non sia considerato tempo perso, sottratto allo "sforzo produttivo", ma tempo che arricchisce il cuore e lo spirito.

Un mondo in cui "perdere tempo" a giocare con i figli sia considerata una ricchezza, non una perdita.

Un mondo in cui nessuno viene lasciato indietro perché "in natura si fa così, i più deboli restano indietro" (che poi... Li avete visti, che ne so, gli elefanti, che proteggono i più deboli? Tutti quegli animali che vivono in branco e che formano un cerchio con al centro i cuccioli, per difenderli dai predatori?)

Un mondo in cui prevalga la cultura dell'amore, degli affetti, del prendersi cura l'uno dell'altro, che sia esso persona, animale, pianta, fiume, roccia...


giovedì 20 luglio 2023

Mio figlio non dorme MAI

 

“Voglio una vita che non è mai tardi,

di quelle che non dormi maaaaai!”

Così cantava Vasco Rossi nel 1983 (e questo dice quanto son vecchia). A giudicare da ciò che le future mamme si sentono dire, potrebbe essere il ritornello legato alla nascita di ogni bambino.

A quante di voi hanno detto, in gravidanza: “dormi ora, perché dopo non potrai più farlo!”? Come se fosse possibile poter fare una “scorta di riposo” che duri mesi o anni…

Ma deve essere per forza così?

Davvero, quando nasce un bambino, non si dorme “più”?

Dormire è una necessità biologica, come mangiare o respirare: non si può sopravvivere senza. È proprio possibile, allora, che un neonato non dorma "mai"? E le mamme? che attraversano i primi anni di vita stanche, ma indenni e, non solo, spesso fanno anche altri figli! Allora significa che, in un modo o nell'altro, un po' riescono a dormire? 

Quindi l’informazione che dovremmo fornire a chi aspetta un bambino o si sta preparando ad averne uno, dovrebbe essere più corretta e meno “terrorizzante” e spiegare che sì, è vero, non si dorme più come prima (del resto nulla sarà più “come prima”), perché i neonati nono dormono come gli adulti. MA dormono. Non sono fatti, però, per stare svegli di giorno e dormire alcune ore di notte senza interruzione. Il loro organismo non è pronto. Ma non solo, hanno BISOGNO di svegliarsi spesso e di fare piccoli periodi di sonno. Per poppare, perché devono crescere in fretta e il latte materno si digerisce in fretta; per fissare ciò che apprendono (il cervello fissa i ricordi, ciò che ha imparato durante il giorno, nelle fasi di sonno REM, il sonno “leggero”, è quindi importante che i bambini abbiano molte di queste fasi: chi più di loro ha bisogno di imparare tantissime cose in un arco di tempo relativamente breve?); perché risvegli frequenti sono una protezione contro la SIDS, che avviene nei periodi di sonno profondo (per questo indurre in modo innaturale un sonno profondo nei neonati può essere pericoloso)…

Insomma, i bambini non possono dormire come gli adulti, quindi siamo noi che dobbiamo imparare a dormire come loro.

E come?

Le ricerche dimostrano che le madri che dormono da subito con i loro bambini vicino, seguendo i loro ritmi, cambiano il modo di dormire, adeguandosi ai ritmi del bambino e riposano meglio di quelle che dormono separate dai loro piccoli. Anche perché, per accudirli la notte, non devono alzarsi, cosa che porta a svegliarsi del tutto e quindi a dover ricominciare da capo la “procedura” di addormentamento.

Spesso suggerisco la lettura di due libri che spiegano in dettaglio la fisiologia del sonno dei bambini, i bisogni dei neonati, cosa favorisce e cosa ostacola un buon sonno, le regole per il sonno condiviso in sicurezza e molto altro ancora.

Lo faccio di nuovo, perché ritengo che questo argomento sia davvero importante. Troppo spesso, anzi, ogni giorno, lego richieste di aiuto da madri esauste, che non capiscono perché il loro bambino voglia dormire con loro e si svegli così spesso. Si chiedono “cosa sbaglio?” e vengono spesso bersagliate da commenti in cui viene data loro la colpa di aver creato “cattive abitudini”, viene detto loro che la colpa è dell’allattamento (soprattutto se a richiesta!) e che se smettono di allattare, magicamente il loro bambino dormirà “tutta la notte” (periodo di tempo che per ogni persona cambia, passando da cinque-sei ore di fila a dodici). Per poi passare all’immancabile “consiglio”: “lascialo piangere per qualche giorno, vedrai che poi smette di chiamare”. Nessuno, certo, piange per sempre e nessuno continua a chiamare se non riceve risposta. Ma… riuscireste a sentire piangere vostro figlio per ore, ogni giorno, per qualche giorno?

Ecco qua i testi di cui vi ho già parlato:

“I cuccioli non dormono da soli” di Alessandra Bortolotti

“Sogni d’oro” de La Leche League

Entrambi i libri sono basati sulle più recenti ricerche e studi sul sonno e sono forniti di ampia bibliografia

 Foto di Laura Garcia: https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-di-padre-che-trasporta-neonato-3617855/


Metodi, carillons, fate del sonno e notti in bianco...

Ho già trattato l'argomento sonno diverse volte. Ma c'è sempre qualcosa che mi preme dire, qualcosa da ribadire.

Sulla difficoltà a dare "consigli" e "soluzioni" ne ho già parlato qui, ad esempio.

Ma continuo a vedere pubblicità che vendono oggetti e metodi che dovrebbero garantire un rapido addormentamento e un sonno continuato nei neonati e nei bambini. Provo tristezza quando penso che si continua a sfruttare la stanchezza delle mamme solo per fare soldi, anziché cercare di fare informazione corretta su quella che è la fisiologia del sonno dei piccoli. Si offrono soluzioni che promettono di essere rapide, efficaci, durature punto cosa ci può essere di più allettante di un messaggio di questo tipo? Una mamma stanca cosa preferirà ascoltare? Chi spiega come funziona il sonno, spiega la funzione di risvegli, indaga fa domande, cerca soluzioni adatte ad ogni famiglia, oppure chi offre il gadget che in 7 minuti promette di risolverli il problema e chi ti insegna "il metodo infallibile"? 

Credo che sarebbe necessario fare informazione corretta sulla fisiologia dei bambini e dei neonati ancora prima che una coppia sia in attesa punto se fossimo tutti i più consapevoli di come "funziona" davvero un essere umano, forse decideremo di fare un figlio con Maggiore consapevolezza. Dormire è uno stato comportamentale necessario alla sopravvivenza. Non si può sopravvivere a lungo di esperienza dormire contro e non è una funzione che si apprende. Il bambino a cicli di sonno e sveglia già in utero punto non si può insegnare a dormire e non si può far addormentare nessuno che non abbia già sonno. Quello che fanno certi metodi è insegnare per salvarsi da soli, insegnare che se chiami nessuno risponde. Altri metodi possono essere apparentemente più dolci, come ad esempio i famosi "rumori bianchi" e musichine varie, ma comunque prevedono una separazione tra il bambino e i suoi genitori. Il bambino deve sempre e comunque cavarsela da solo, proprio nel momento che, in tutti, innesca Il risveglio di istinti primordiali, le paure ancestrali. Siamo stati prede per milioni di anni, dormire da soli era impensabile. Un neonato, poi, non saprete sopravvissuto un giorno. Freddo e predatori lo avrebbe ucciso in un attimo scontro per milioni di anni è stato così e per migliaia di esseri umani è ancora così punto per cui non possiamo pensare che quello che ha scolpito a caratteri cubitali nei nostri geni possa essere messo a tacere in pochi attimi da un bel lettino colorato e da un carillon. I bambini hanno bisogno di essere accompagnati nel sonno, per sentirsi sicuri e lasciarsi andare. I bambini sotto i tre quattro anni hanno alcuni risvegli notturni essenziali per la loro sicurezza e per il loro sviluppo. Indurre un sonno profondo più duraturo di quello naturale usando goccioline e altri accorgimenti, fra l'altro, espone un neonato sotto l'anno di età anche ad un maggiore rischio di SIDS.

Credo che ognuno di noi abbia un ricordo di sé bambino nel proprio lettino, al buio, con la paura dei mostri o dei fantasmi e che possa sentire ancora l'angoscia che provava quando se ne doveva stare lì da solo/a.

Come fare allora, quando davvero i risvegli Sono più numerosi della media e superano la capacità della madre di farvi fronte? Una prima cosa è indagare se ci possano essere fattori di disturbo, poi si possono mettere in atto strategie che possano aiutare il bambino a sentirsi sicuro e a rilassarsi anche in modi che i genitori trovano meno faticosi di quelli usati fino a quel momento. Quello che è importante è che il bambino non sia solo ad affrontare tutto questo che venga confortato e rassicurato, fin quando non riuscirà a fare da solo. Non c'è un "metodo" unico per tutte le famiglie. Non c'è una soluzione "prêt-à-porter"... Ci si mette in discussione, si ascolta il bambino, si fanno tentativi, si cerca aiuto, si offrono conforto e rassicurazione... E nel frattempo ci si informa sulla fisiologia, ad esempio attraverso i libri di Alessandra Bortolotti ("i cuccioli non dormono da soli") e de La Leche League ("sogni d'oro").

Secondo la mia esperienza il mio personale pensiero, conoscere cosa sia "normale" (leggi " fisiologico") aspettarsi fa sì che cambi il modo di porsi verso la questione e cose che venivano considerate problemi - causando ansia e frustrazione - vengono riconsiderate; e smettere di vedere certi atteggiamenti come un problema, un "vizio ", uno sbaglio che abbiamo fatto, può aiutare ad affrontare la questione più rilassati e ad evitare di perdere tante energie per "correggere l'errore". Energie che si possono impiegare per trovare modi che aiutino tutti a riposare meglio, senza che nessuno debba rinunciare ai propri bisogni. 

Foto di Pavel Danilyuk: https://www.pexels.com/it-it/foto/coppia-amore-donna-relax-7938055/

Foto di Sai Viswanath : https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-in-scala-di-grigi-del-bambino-sdraiato-sull-amaca-3909834/



martedì 27 giugno 2023

E dornirono tutti felici e contenti...

 Tema di oggi:

"Consulenze difficili"...

Svolgimento:

Per me le consulenze più difficili sono quelle che iniziano con "vorrei smettere di allattare perché il mio bambino è ossessionato dalla tetta e si sveglia tantissime volte per poppare. Vorrei poter finalmente iniziare a dormire"

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Ecco, e adesso come lo continuo, il tema? 🤔


Perché queste consulenze sono le più difficili? Be', perché davanti ad esse mi sento del tutto inadeguata a rispondere. 

Ho di fronte una mamma stanca, a cui tutti dicono che la colpa è sua se il bambino "non dorme". A cui dicono che "non è normale" che chieda di poppare così spesso. Una mamma che quindi impiega un sacco di energie fisiche e mentali per cercare di convincere il suo bambino a non poppare, a parte meno, ad addormentarsi in altri modi. 

È quindi una persona che si aspetta da me la soluzione per risolvere la situazione in modo rapido e indolore. Sì, perché le mamme che mi chiamano non hanno nessuna intenzione di seguire il suggerimento "lascialo piangere, prima o poi impara". Si trovano quindi in mezzo ad un conflitto: il bambino che chiede più del solito, più di quando era neonato e non capiscono perché (è una fase normale, che va circa dall'anno e mezzo ai due anni), la paura che questa situazione possa perdurare mesi o anni; i commenti delle persone intorno con relativo sensi di colpa a mille; il dispiacere di negare l'allattamento al bambino perché vedono quanto sia importante ecc... Un turbine di commenti, emozioni, bisogni, paure, difficili da gestire.

E mi chiamano.

E lì sono io che vengo catapultata in questo mare in tempesta.

Perché non ho la ricetta magica. 

Ho idee che poter alcune famiglie hanno funzionato; ho spunti di riflessione, informazioni scientifiche sulla fisiologia del sonno dei piccoli, sull'allattamento. Ma non ho la ricetta magica.

Non ho "LA SOLUZIONE definitiva".

Non sono in grado di fare un post o un'inserzione pubblicitaria in cui scrivere: "il tuo bambino non dorme? Chiamami e finalmente le notti insonni saranno un ricordo! Acquista il pacchetto "unduetre-dormiben" e finalmente io ti bambino imparerà a dormire tutt'ora la notte!"

Non posso farlo, perché non esiste un modo per modificare la struttura del sonno di un bambino. Non posso impedire al suo sistema nervoso di mandare impulsi per il risveglio. Non posso fare magiare prima il suo sistema nervoso affinché il suo sonno maturi e diventi simile a quello di un adulto.

Esistono metodi, è vero, per insegnare al bambino che se si sveglia e chiama, nessuno risponderà e che quindi deve cavarsela da solo. 

Ma mi rifiuto di suggerirli. Se non fosse per le evidenze scientifiche che contrastano tali metodi, lo farei per il semplice fatto che un bambino è un essere umano che sta chiedendo aiuto e io trovo disumano non accorrere in aiuto di qualcuno. Chiunque esso sia.

Se quindi mi chiamate per avere un metodo che elimini i risvegli e faccia in modo che il vostro bambino smetta di chiedere il seno si sveglia, sappiate che io questo metodo non ce l'ho. 

Piuttosto possiamo valutare insieme possibili soluzioni, idee, cose da fare e da proporre al bambino affinché si senta accolto, ascoltato, accudito, anche senza seno e, col tempo, quando sarà pronto, impari anche a riprendere sonno da solo.

Oppure possiamo vagliare possibili soluzioni per continuare ad allattare in modo più comodo e rilassante, per riuscire a riposare di più.


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Ecco, il tema l'ho svolto. Solo che temo che potrebbe non piacere a tutti 🫤.

Mi rendo perfettamente conto che non riuscirò ad accontentare chiunque mi chiami. Spero comunque di ottenere la sufficienza 😜


Foto di Sarah Chai: https://www.pexels.com/it-it/foto/bianco-e-nero-amore-donna-letto-7282807/


giovedì 6 aprile 2023

Giovedì Santo 2023

Gesù ha lavato i piedi anche a Giuda.

Si è messo in ginocchio e ha fatto il lavoro che facevano i servi, all'epoca. 

A Giuda.

E io non dovrei provare ad essere, come minimo, ALMENO gentile e rispettosa verso tutti, anziché solo verso chi mi sta simpatico?

Non dico di arrivare a fare di più, ci mancherebbe, sia mai che poi mi fanno Santa... 😁 

"Fare un favore a quello lì? Figuriamoci, non saluta nemmeno, quando lo incontri"
"Perché mai dovrei essere gentile con quella? L'altro giorno ha urlato al mio bambino perché gli ha tirato la palla in giardino"
"Rispetto? Che inizino gli altri, a rispettarmi, se vogliono avere il mio rispetto!"

Quante di queste frasi - e frasi simili - avete sentito dire e quante ne avete mai dette, nella vita? Io le sento spesso. Sento dire che si, va bene essere educati, rispettosi, ma senza esagerare! Insomma, mica tutti si meritano il nostro rispetto! Mica si può sempre essere gentili, sennò si passa per "grulli", come si dice a Firenze. E poi, diciamolo, a me quelli sempre "carini e coccolosi" suonano anche un po' falsi. Che avranno da nascondere? Sicuramente fingono. Non è possibile che DAVVERO credano che tutti gli esseri umani abbiano il diritto di essere trattati con rispetto e gentilezza. 

Insomma, stiamo parlando di gente come Giuda, no? O perfino peggiori di lui: Traditori, ipocriti, egoisti, criminali, violentatori, sfruttatori, e via giù nella lista dei peccati. E io dovrei rispettare certa gente? Dovrei essere gentile con loro? 

Dovrei... Mettermi in ginocchio a lavargli i piedi??

Via su, non esageriamo. 

Gesù, tu lo hai fatto, ma non vorrai mica che lo faccia anche io, no?

Io mica sono come te!! Io mica ci riesco, ad essere sempre gentile io mica ci riesco, a dare la mia vita per gli altri! Non mi puoi mica chiedere così tanto! Insomma, non mi puoi nemmeno chiedere di impegnarmi, perché dovrei fingere di essere ciò che non sono. Dovrei sforzarmi, non mi va. Poi si vede che non sono sincera. Ah, dici che se ci credo davvero, in questa cosa dell'essere tutti fratelli, tutti con la stessa dignità, gli stessi diritti e compagnia bella, quello che farò sarà sincero e verrà dal cuore? Dici che si vedrà che lo faccio con convinzione e non per "farmi bella"? Dici che, quando si scopre di essere stati amati immensamente, viene spontaneo ricambiare, diffondere lo stesso amore che si è ricevuto? 

Dici che se non fossi sicuro che ci sarei riuscita, non mi avresti dato l'esempio?

Ok, sono fregata, Gesù. Prendo l'asciugamano 😉







sabato 18 marzo 2023

Persone e non...

I bambini sono persone?

Potrebbe sembrare una domanda sciocca, a cui rispondere ridendo: "ovviamente!", ma non sono sicura che sia così scontato.
Voglio dire: quanti comportamenti mettiamo in atto, verso i bambini, che non ci sogneremmo mai di attuare, con un adulto? E non sto parlando di azioni "educative", per quanto, ahimè, alcuni adulti ne avrebbero urgente bisogno...
Sto parlando di azioni, frasi, atteggiamenti che abbiamo verso i bambini e che consideriamo normali, in cui non c'è "nulla di male".
Faccio qualche esempio preso dalla "vita vissuta" di azioni che noi faremmo verso un adulto:

Mettersi fra lui e la tv che sta guardando, chiacchierando anche con qualcun altro, per poi rispondere in malo modo se ci viene chiesto di spostarci e fare più piano, perché "sono solo sciocchezze, anche se le perdi non succede nulla" (magari con l'aggiunta di: "adesso non ho nemmeno il diritto di parlare con...?")

Cercare di fermare un comportamento indesiderato con la frase: "smettila o ti rigiro"

Ricattare per ottenere qualcosa: "se non fai questo, non avrai...\non ti voglio più bene\ti metto in punizione..."

Non rispondere quando ci chiamano, continuando ad ignorarli per un tempo indefinito perché noi stiamo facendo "qualcosa di importante" (parlare con qualcuno, solitamente) perché devono imparare che non si interrompe.

Togliere loro le cose di mano senza chiedere il permesso e brontolare se si arrabbiano.

Pretendere che condividano le loro cose con degli sconosciuti.

Sminuire ogni loro sentimento di rabbia, dolore o tristezza, con la frase: "non si piange per queste sciocchezze" (e sue varianti)

Potrei continuare ancora un bel po' e sono sicura che ognuno di voi avrà altri esempi anche più calzanti ed efficaci di questi. Tutti esempi di come siamo soliti trattare i bambini senza pensare che lo stesso atteggiamento, messo in atto verso un adulto, verrebbe come minimo considerato una mancanza di rispetto o di educazione. Per non parlare di "schiaffetti", sculaccioni, punizioni, offese ("ma sei cre**o???" Frase rivolta spessissimo si piccoli che non riescono a fare una cosa, oppure non capiscono quali che gli abbiamo chiesto o ancora fanno una cosa che gli abbiamo detto di non fare). Oddio, in realtà le offese vengono rivolte anche agli adulti, purtroppo...
Da tutto questo ne consegue, secondo me, che per molti di noi i bambini non sono "persone" alla stessa stregua degli adulti, sono una categoria a parte fino ad una certa età. Quale? Più o meno, secondo me, fino a quando il bambino non riuscirà a tenere testa all'adulto con risposte e atteggiamenti di sfida, passando così alla fase della "ribellione adolescenziale". Chissà perché succede, che stranezza... O no? Ricordo che un giorno, in una discussione familiare di poco conto, molto tranquilla, mio figlio maggiore, all'epoca dodicenne, provò ad intervenire con un suo pensiero e venne zittito da un parente presente con la frase: "non ci si intromette nelle discussioni degli adulti, i bambini devono stare al loro posto". Mio figlio, molto tranquillamente, rispose: "per favore, mi dici gli anni esatti che devo avere per poter parlare? Perché così quando ci arrivo ti dico tutto quello che penso di quello che dici". Il parente si offese e si arrabbiò molto, ma io dissi che il ragazzo non lo aveva offeso e che in casa nostra tutti avevano il diritto di parola e che, siccome gli era stato detto che era "troppo piccolo" aveva giustamente chiesto quale fosse l'età "giusta" per poter parlare.

Insomma, non solo ai bambini vengono richiesti comportamenti che noi stessi non siamo in grado di attuare e, anzi, non consideriamo corretti (nessuno di noi, immagino, sarebbe felice di aprire la sua borsa e lasciare che gli sconosciuti ai parco giochino con i nostri oggetti, ad esempio), ma non gli vengono riconosciuti gli stessi diritti delle altre persone, degli adulti (diritto ad essere triste, ad essere arrabbiato, a voler fare da solo, a rifiutare qualcosa, ad essere ascoltato, a voler guardare un film in pace, a mangiare quello che piace e non essere costretto a finire il piatto e così via...).
Ergo, i bambini non sono "persone".
O no?

Foto di Monstera: https://www.pexels.com/it-it/foto/uomo-relazione-sfocatura-casa-7114237/

giovedì 9 febbraio 2023

"È attaccato benissimo"

 Quest'anno "festeggio" ventidue anni come Consulente (e 29 come madre 😱) e quasi ogni giorno continuo a ricevere richieste di aiuto da parte di mamme che hanno dolore o scarsa produzione e che sono convinte che sia a causa di un loro difetto, perché è stato ripetuto loro, da più persone, che il bambino si attacca "perfettamente". Nella maggioranza dei casi viene aggiunto "... Perché ha le labbra a pesciolino".🐟🐠

Ahimé...😔

Quando inizio a fare domande, scopro che nessuno ha valutato nient'altro che questo. 

Affinché una poppata sia efficace non basta un attacco "perfetto", occorre anche che ci sia una suzione efficace e un numero di poppate sufficienti. Occorre che ci sia una lingua posizionata correttamente. Un palato ben conformato, una durata della poppata sufficiente, decisa dal bambino... Insomma, una serie di cose che vanno valutate attentamente. Non basta un'osservazione superficiale, frettolosa, "esterna".

Se continuate a sentire dolore, se il bambino continua a non essere soddisfatto al seno, se dorme anziché poppare con energia, se non cresce, la poppata non è efficace. 🚫 Non importa quanto "perfetto" sia l'attacco (e no, le labbra "a pesciolino" non sono indice di un attacco efficace...), c'è qualcosa che va migliorato, "messo a punto". 

Solo dopo una valutazione accurata della poppata ed un eventuale lavoro per renderla più efficace (se necessario), si potrà dire che il problema risiede in una difficoltà del corpo della donna a produrre latte a sufficienza. Perché questo può succedere e sono davvero stupita di come mi venga detto: "smettila di dire che tutte le mamme hanno il latte", quando sono vent'anni che dico che non è così (e non lo dico solo io 😅). Basta leggere qui, ad esempio: http://pensieripaola.blogspot.com/2021/06/gli-esseri-umani-appartengono-alla.html

Certo, sono casi rarissimi, ma può succedere. Così come può succedere di nascere senza un altro organo del corpo o con un organo che non funziona bene. Tanto sono rari che io, in vent'anni, credo di avere incontrato solo un caso possibile, ma che poi non ho potuto accertare. Poi, chiaramente, ci possono essere altri motivi, che non dipendono dalla struttura del seno (leggete l'articolo linkato 😅)

Comunque, quello che intendevo ribadire qui è che se il vostro allattamento non "decolla", ma soprattutto se sentite dolore, non fermatevi alla frase "è attaccato benissimo", chiedete anche di valutare l'efficacia della poppata, il numero delle poppate, la struttura orale del bambino, le possibili interferenze, la vostra storia clinica... E, se minimizzano, vi dicono che la causa è la pelle chiara, il seno piccolo, la storia familiare e non fanno nessuna di queste valutazioni, chiamate me 😜 (chiamate una mia collega più in gamba di me, chiamate una volontaria de La Leche League, ma non fermatevi lì)

Se poi, dopo aver valutato tutto, lavorato su ogni aspetto, il vostro allattamento non parte lo stesso, allora è il momento di essere sostenute in un percorso diverso, l'accettazione di una realtà che non avevamo previsto. Per fare questo non basta sentirsi dire frasi come "cresce bene lo stesso", "anche se dai il biberon è uguale" ecc... Serve sentirsi comprese nel proprio dolore, con empatia e tatto. Perché quando una cosa a cui tenevamo tanto non si avvera, non abbiamo bisogno di sentirci dire che "non fa nulla", "non importa", "è la stessa cosa", perché per noi non lo è. Abbiamo bisogno di sapere che possiamo starci male senza che nessuno sminuisca il nostro sentire. Perché che "cresce lo stesso" lo sappiamo già. (Leggere qui, su questo argomento)

Foto di Helena Jankovičová Kováčová: https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-testa-tenendo-madre-10472186/ 

venerdì 27 gennaio 2023

Seno per uso didattico

Su commissione da parte di una collega, ho realizzato questo, per uso didattico, ad esempio per i corsi sull'allattamento per mamme in attesa e neo-mamme.

Non ho schema, perché l'ho realizzato di mia iniziativa, dopo aver osservato varie foto in rete.