giovedì 20 luglio 2023

Mio figlio non dorme MAI

 

“Voglio una vita che non è mai tardi,

di quelle che non dormi maaaaai!”

Così cantava Vasco Rossi nel 1983 (e questo dice quanto son vecchia). A giudicare da ciò che le future mamme si sentono dire, potrebbe essere il ritornello legato alla nascita di ogni bambino.

A quante di voi hanno detto, in gravidanza: “dormi ora, perché dopo non potrai più farlo!”? Come se fosse possibile poter fare una “scorta di riposo” che duri mesi o anni…

Ma deve essere per forza così?

Davvero, quando nasce un bambino, non si dorme “più”?

Dormire è una necessità biologica, come mangiare o respirare: non si può sopravvivere senza. È proprio possibile, allora, che un neonato non dorma "mai"? E le mamme? che attraversano i primi anni di vita stanche, ma indenni e, non solo, spesso fanno anche altri figli! Allora significa che, in un modo o nell'altro, un po' riescono a dormire? 

Quindi l’informazione che dovremmo fornire a chi aspetta un bambino o si sta preparando ad averne uno, dovrebbe essere più corretta e meno “terrorizzante” e spiegare che sì, è vero, non si dorme più come prima (del resto nulla sarà più “come prima”), perché i neonati nono dormono come gli adulti. MA dormono. Non sono fatti, però, per stare svegli di giorno e dormire alcune ore di notte senza interruzione. Il loro organismo non è pronto. Ma non solo, hanno BISOGNO di svegliarsi spesso e di fare piccoli periodi di sonno. Per poppare, perché devono crescere in fretta e il latte materno si digerisce in fretta; per fissare ciò che apprendono (il cervello fissa i ricordi, ciò che ha imparato durante il giorno, nelle fasi di sonno REM, il sonno “leggero”, è quindi importante che i bambini abbiano molte di queste fasi: chi più di loro ha bisogno di imparare tantissime cose in un arco di tempo relativamente breve?); perché risvegli frequenti sono una protezione contro la SIDS, che avviene nei periodi di sonno profondo (per questo indurre in modo innaturale un sonno profondo nei neonati può essere pericoloso)…

Insomma, i bambini non possono dormire come gli adulti, quindi siamo noi che dobbiamo imparare a dormire come loro.

E come?

Le ricerche dimostrano che le madri che dormono da subito con i loro bambini vicino, seguendo i loro ritmi, cambiano il modo di dormire, adeguandosi ai ritmi del bambino e riposano meglio di quelle che dormono separate dai loro piccoli. Anche perché, per accudirli la notte, non devono alzarsi, cosa che porta a svegliarsi del tutto e quindi a dover ricominciare da capo la “procedura” di addormentamento.

Spesso suggerisco la lettura di due libri che spiegano in dettaglio la fisiologia del sonno dei bambini, i bisogni dei neonati, cosa favorisce e cosa ostacola un buon sonno, le regole per il sonno condiviso in sicurezza e molto altro ancora.

Lo faccio di nuovo, perché ritengo che questo argomento sia davvero importante. Troppo spesso, anzi, ogni giorno, lego richieste di aiuto da madri esauste, che non capiscono perché il loro bambino voglia dormire con loro e si svegli così spesso. Si chiedono “cosa sbaglio?” e vengono spesso bersagliate da commenti in cui viene data loro la colpa di aver creato “cattive abitudini”, viene detto loro che la colpa è dell’allattamento (soprattutto se a richiesta!) e che se smettono di allattare, magicamente il loro bambino dormirà “tutta la notte” (periodo di tempo che per ogni persona cambia, passando da cinque-sei ore di fila a dodici). Per poi passare all’immancabile “consiglio”: “lascialo piangere per qualche giorno, vedrai che poi smette di chiamare”. Nessuno, certo, piange per sempre e nessuno continua a chiamare se non riceve risposta. Ma… riuscireste a sentire piangere vostro figlio per ore, ogni giorno, per qualche giorno?

Ecco qua i testi di cui vi ho già parlato:

“I cuccioli non dormono da soli” di Alessandra Bortolotti

“Sogni d’oro” de La Leche League

Entrambi i libri sono basati sulle più recenti ricerche e studi sul sonno e sono forniti di ampia bibliografia

 Foto di Laura Garcia: https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-di-padre-che-trasporta-neonato-3617855/


Metodi, carillons, fate del sonno e notti in bianco...

Ho già trattato l'argomento sonno diverse volte. Ma c'è sempre qualcosa che mi preme dire, qualcosa da ribadire.

Sulla difficoltà a dare "consigli" e "soluzioni" ne ho già parlato qui, ad esempio.

Ma continuo a vedere pubblicità che vendono oggetti e metodi che dovrebbero garantire un rapido addormentamento e un sonno continuato nei neonati e nei bambini. Provo tristezza quando penso che si continua a sfruttare la stanchezza delle mamme solo per fare soldi, anziché cercare di fare informazione corretta su quella che è la fisiologia del sonno dei piccoli. Si offrono soluzioni che promettono di essere rapide, efficaci, durature punto cosa ci può essere di più allettante di un messaggio di questo tipo? Una mamma stanca cosa preferirà ascoltare? Chi spiega come funziona il sonno, spiega la funzione di risvegli, indaga fa domande, cerca soluzioni adatte ad ogni famiglia, oppure chi offre il gadget che in 7 minuti promette di risolverli il problema e chi ti insegna "il metodo infallibile"? 

Credo che sarebbe necessario fare informazione corretta sulla fisiologia dei bambini e dei neonati ancora prima che una coppia sia in attesa punto se fossimo tutti i più consapevoli di come "funziona" davvero un essere umano, forse decideremo di fare un figlio con Maggiore consapevolezza. Dormire è uno stato comportamentale necessario alla sopravvivenza. Non si può sopravvivere a lungo di esperienza dormire contro e non è una funzione che si apprende. Il bambino a cicli di sonno e sveglia già in utero punto non si può insegnare a dormire e non si può far addormentare nessuno che non abbia già sonno. Quello che fanno certi metodi è insegnare per salvarsi da soli, insegnare che se chiami nessuno risponde. Altri metodi possono essere apparentemente più dolci, come ad esempio i famosi "rumori bianchi" e musichine varie, ma comunque prevedono una separazione tra il bambino e i suoi genitori. Il bambino deve sempre e comunque cavarsela da solo, proprio nel momento che, in tutti, innesca Il risveglio di istinti primordiali, le paure ancestrali. Siamo stati prede per milioni di anni, dormire da soli era impensabile. Un neonato, poi, non saprete sopravvissuto un giorno. Freddo e predatori lo avrebbe ucciso in un attimo scontro per milioni di anni è stato così e per migliaia di esseri umani è ancora così punto per cui non possiamo pensare che quello che ha scolpito a caratteri cubitali nei nostri geni possa essere messo a tacere in pochi attimi da un bel lettino colorato e da un carillon. I bambini hanno bisogno di essere accompagnati nel sonno, per sentirsi sicuri e lasciarsi andare. I bambini sotto i tre quattro anni hanno alcuni risvegli notturni essenziali per la loro sicurezza e per il loro sviluppo. Indurre un sonno profondo più duraturo di quello naturale usando goccioline e altri accorgimenti, fra l'altro, espone un neonato sotto l'anno di età anche ad un maggiore rischio di SIDS.

Credo che ognuno di noi abbia un ricordo di sé bambino nel proprio lettino, al buio, con la paura dei mostri o dei fantasmi e che possa sentire ancora l'angoscia che provava quando se ne doveva stare lì da solo/a.

Come fare allora, quando davvero i risvegli Sono più numerosi della media e superano la capacità della madre di farvi fronte? Una prima cosa è indagare se ci possano essere fattori di disturbo, poi si possono mettere in atto strategie che possano aiutare il bambino a sentirsi sicuro e a rilassarsi anche in modi che i genitori trovano meno faticosi di quelli usati fino a quel momento. Quello che è importante è che il bambino non sia solo ad affrontare tutto questo che venga confortato e rassicurato, fin quando non riuscirà a fare da solo. Non c'è un "metodo" unico per tutte le famiglie. Non c'è una soluzione "prêt-à-porter"... Ci si mette in discussione, si ascolta il bambino, si fanno tentativi, si cerca aiuto, si offrono conforto e rassicurazione... E nel frattempo ci si informa sulla fisiologia, ad esempio attraverso i libri di Alessandra Bortolotti ("i cuccioli non dormono da soli") e de La Leche League ("sogni d'oro").

Secondo la mia esperienza il mio personale pensiero, conoscere cosa sia "normale" (leggi " fisiologico") aspettarsi fa sì che cambi il modo di porsi verso la questione e cose che venivano considerate problemi - causando ansia e frustrazione - vengono riconsiderate; e smettere di vedere certi atteggiamenti come un problema, un "vizio ", uno sbaglio che abbiamo fatto, può aiutare ad affrontare la questione più rilassati e ad evitare di perdere tante energie per "correggere l'errore". Energie che si possono impiegare per trovare modi che aiutino tutti a riposare meglio, senza che nessuno debba rinunciare ai propri bisogni. 

Foto di Pavel Danilyuk: https://www.pexels.com/it-it/foto/coppia-amore-donna-relax-7938055/

Foto di Sai Viswanath : https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-in-scala-di-grigi-del-bambino-sdraiato-sull-amaca-3909834/