venerdì 9 maggio 2025

Chiesa, papi e peccatori

Sto seguendo abbastanza distrattamente i commenti relativi all'elezione del nuovo papa. Tralasciando quelli in cui si mostra palesemente l'ignoranza sul nome scelto, sulla nazionalità attribuendo ad entrambe significati nefasti e sbagliati, ci sono poi - ovviamente, direi - quelli in cui si è andati a cercare ovunque qualsiasi notizia che possa mettere in cattiva luce la persona. Me li immagino, giornalisti, odiatori seriali, leoni da tastiera e compagnia bella, a spulciare il web alla ricerca di qualche reato, qualche malefatta, uno errore qualsiasi. Non si cerca, che ne so, cosa ha fatto di concreto quando era in missione, si cerca l'errore, il reato, per avere conferma che la Chiesa è un covo di pedofili, di asserviti al potere, di assetati di soldi e basta. E qualunque trafiletto, qualunque testata, affidabile o meno, non ha importanza, che getto delle ombre o dei sospetti, verrà presa come verità assoluta e il sospetto diventerà certezza. 

Ricordo tanti anni fa quanto male ha fatto un'accusa infondata ad una persona pulita come era Enzo Tortora. Se ci fossero stati i social, allora, la sua vita sarebbe finita ancora prima di quanto è poi effettivamente successo, distrutta dal dolore. Ci avrebbe messo molto meno...

Ci sono accuse? Ci devono anche essere prove certe e sentenze, altrimenti sarebbe meglio sentirsi così sicuri. 

Tuttavia vorrei soprattutto parlare di un'altra cosa. A fronte di alcuni personaggi che farebbero bene a togliersi la tonaca, vergognarsi di quello che hanno fatto e finite possibilmente in galera, la Chiesa è piena di sacerdoti e altri religiose/i che dedicano davvero la loro vita con impegno e amore al prossimo. A chiunque. Che a volte la vita ce la perdono pure, a causa di questo loro impegno, che non piace a chi detiene un altro tipo di potere. Penso a persone come padre Lele Ramin, e tanti altri missionari, uccisi perché difendevano i più poveri; Don Puglisi e tutti gli altri sacerdoti uccisi dalla mafia... Eppure, siccome esistono anche persone non degne dell'abito che indossano, ecco che tutta la Chiesa diventa, per tante persone, un unico mucchio di delinquenti. Non importa se sono di più quelli che si spendono con amore per gli altri. Contano solo le mele marce perché, dicono questi accusatori, se la Chiesa predica una certa dottrina ma poi i suoi membri non la seguono, è tutta, in massa, sbagliata. Vorrei chiedere a queste persone se nelle loro famiglie  diverse succedere che uno dei membri commette un qualche tipo di reato, o una semplice infrazione del codice della strada ad esempio, se automaticamente tutta la loro famiglia diventa una massa di persone che delinquono o non rispettano le leggi. 

E poi vorrei ricordare che Gesù non ha affidato la Chiesa alla guida di Giovanni, il discepolo "che amava", quello bravo e buono, quello che è stato l'unico a non fuggire ed è rimasto sotto la croce. Ha affidato la Chiesa nascente a quell'elemento irruente e poco affidabile di Pietro. Quello che ha staccato l'orecchio di un servo con una spada, quello che ha giurato tre volte di non conoscere Gesù perché preso dal panico di finire sulla croce anche lui...

Perché ha scelto proprio lui? Proprio perché la chiesa non è una comunità perfetta di gente perfetta. La chiesa è una comunità in cammino, con cadute, con passi avanti e passi indietro. La chiesa cammina sapendo di non essere perfetta perché fatta da uomini imperfetti. Ma si affida all'aiuto di Dio, sperando di riuscire a diventare sempre più vicina a ciò che Dio desidera. Va piano, rispetto ai tempi del mondo. Molto piano. Ma i tempi di Dio non sono i nostri. E credo che, alla fine, perfino queste critiche e queste accuse siano utili. Perché possono essere una spinta a migliorarsi e fare in modo di aderire sempre di più al Vangelo.



sabato 19 aprile 2025

Sabato Santo 2025

 Silenzio. 

Siamo usciti in silenzio dalla chiesa, giovedì sera. 

Siamo entrati in silenzio ieri. Abbiamo ascoltato e rivissuto l'ultima sera che Gesù ha passato con i suoi amici. Poi la successione rapida, spietata, concitata, degli eventi che porta fino sotto la croce. 

E poi

Di nuovo

Silenzio.

Campane legate. 

Fruscii di gente che esce in silenzio. Come in silenzio deve essersi allontanata, quel giorno, da quella croce posta in alto, là dove tutti potessero vederla. 

Silenzio, probabilmente, rotto solo dal pianto di una madre. O forse, anche lei è rimasta in silenzio, travolta dal dolore più grave che un essere umano possa subire: la perdita di un figlio. Un folle troppo grande, che ti chiude la gola, lo stomaco, l'anima. 

E il venerdì sera, la notte, il giorno del sabato, scorreranno così, col tempo sospeso, che trattiene il fiato, in silenzio, in attesa. 

Nel momento in cui il mondo si ferma, l'universo si ferma, nel momento in cui il creatore stesso dell'universo, la Parola che si era fatta carne, la Parola che aveva dato il sì alla Creazione, muore,  possiamo fermarci anche noi e riflettere sull' evento che si è appena compiuto e su quello che sta per accadere.

Possiamo approfittare di questo tempo per rivedere la nostra vita alla luce dell'esempio di Cristo: siamo capaci, anche noi, di metterci a servizio del prossimo? Di rischiare la nostra vita per ciò che è giusto? Di seguire Gesù senza vergogna e senza paura, fino sotto la croce? O fuggiamo via, fingiamo di non conoscerlo, non appena la vita ci chiede un po' di impegno, coerenza, coraggio? 

Silenzio

Attesa

Abbiamo tempo per valutare la nostra vita e capire se vogliamo che venga inondata, domani, dalla Luce che risorge, oppure se vogliamo restare nell'ombra e dire "non conosco quest'uomo". Ma anche Pietro è alla fine uscito dalla paura e si è lasciato conquistare dall'esempio di Gesù. 

Possiamo farcela tutti, con il suo aiuto, se ci fidiamo di Lui, che non ci lascia soli davanti ad una croce, ma ci aspetta vivo e glorioso sulla strada per Emmaus, sulla strada per il mondo che ci aspetta, per accompagnare il nostro cammino. 




giovedì 17 aprile 2025

Giovedì Santo 2025

"Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi"

Questa è la frase che chiude il Vangelo di oggi.

E continuo a pensare a tutte quelle persone che hanno in mano le sorti del mondo o del loro paese e che si definiscono cristiane, sbandierando rosari, giurando sulla Bibbia e venendo indicate come prescelte da Dio stesso. Se vogliono essere cristiane, se vogliono, cioè, seguire Cristo, depongano i loro abiti e si mettano in ginocchio a lavare i piedi delle persone che sono chiamate a governare. Perché "chi vuole essere il più grande, si faccia il più piccolo". Perché un politico che sia davvero tale dovrebbe essere al servizio del popolo, non servito da esso. E se questo politico si proclama cristiano, a maggior ragione non ha nessuna scusante per mettersi a fare leggi che discriminano le persone, vietano la libertà, distruggono l'ambiente, smantellano scuole e sanità... 

Troppo facile seguire Cristo entrando a Gerusalemme come grandi condottieri. 

Senza nemmeno accorgersi che Gesù è entrato cavalcando un asino. 

Senza mettersi con Gesù in ginocchio a lavare i piedi degli altri.

Senza seguire Gesù fino nell'orto degli ulivi. 

Senza restare con lui sotto la croce. 

Almeno, Pietro, si è reso conto di aver rinnegato Gesù e ha pianto, ha cambiato strada ed è diventato lui stesso la guida per i credenti. 

Perfino Giuda si è reso conto di quello che aveva fatto e si è ucciso per il rimorso. 

Ma oggi, chi grida davanti ai microfoni di essere cristiano/a mentre quando scende dal palco pensa solo a bloccare disperati che cercano una vita migliore, tagliare i fondi alla sanità, tagliare i fondi alle scuole, deportare persone innocenti, distruggere foreste, innescare guerre, trattare con riguardo spietati aguzzini, sostenere chi massacra un intero popolo, oggi questa gente non ha nessun moto di vergogna, si vanta di quello che fa, per gli stessi motivi di Giuda: ricchezza e potere (Giuda era convinto che Gesù sarebbe diventato re...).

Il "dio quattrino", lo chiamava la mia mamma...

Ma chi vuole essere davvero cristiano una cosa sola deve fare: alzarsi da tavola, togliersi i bei vestiti e mettersi in ginocchio davanti al prossimo, per lavare via da lui tutto ciò che gli impedisce di vivere con la dignità che spetta ad ogni essere umano. 



sabato 22 febbraio 2025

L'amore vince sempre

Mentre sono qui che mi faccio passare l'influenza, leggo (adesso che finalmente il mal di testa è passato) le ultime notizie e penso (già, anche il mio piccolo neurone solitario ogni tanto si mette al lavoro 😂).

Osservo i volti di queste persone al centro della cronaca mondiale e vedo volti sempre corrucciati, con bocche piegate in pose che vanno dal disgusto alla rabbia o aperte a gridare frasi che hanno sempre come denominatore comune l'accusa verso qualcuno, la vita vista come una missione in cui schiacciare il più debole per sentirsi sempre più forte, il rifiuto di qualsiasi forma di attenzione, di rispetto, di cura verso l'altro o verso il pianeta.

E mi chiedo, come fece Baglioni a suo tempo, dando voce ai miei pensieri (anche allora me lo chiedevo, sì), che bambino siano state queste persone... Perché sì, anch'esse sono state bambine. 

Io vedo cosi tanta rabbia, dentro di loro e mi chiedo da dove arrivi. Eppure saranno stati piccoli esseri umani morbidi e con le manine e i piedini cicciotti, con gli occhi grandi affamati d'amore e di scoperte... Lo avranno ricevuto? Tutta questa rabbia, questo odl0 verso chiunque, non potrebbe derivare da un vuoto dentro l'anima? Un voto che non è stato colmato al momento opportuno?

Tutte le volte che lasciamo piangere un neonato "perché deve imparare a stare da solo", "perché è bene che impari subito che la vita è dura"; tutte le volte che diciamo ad un bambino: "smettila di piangere, i maschi non piangono!": tutte le volte che sminuiamo le sue paure, che non lo ascoltiamo, che lo deridiamo, che lo puniamo perché "deve capire chi comanda"; tutte le volte che non rispettiamo i suoi sentimenti, il suo corpo, che liquidiamo i suoi pianti con "finiscila con queste sciocchezze"; tutore le volte che usiamo il nostro potere e la nostra forza per costringerlo a fare o non fare qualcosa, gli siamo insegnando che chi è più grande e più forte può fare ciò che vuole, che i bisogni degli altri, dei più piccoli, non hanno importanza, che l'unico modo per essere ascoltati è gridare più forte. Tutte queste volte contribuiamo a scavare quel buco, a creare quella voragine di vuoto che un giorno cercheranno di colmare in qualche modo. 

E se diventano persone che con le loro azioni potrebbero cambiare il destino del mondo, la loro disperata sete d'amore, il loro bisogno di essere visti e ascoltati potrebbe portare ad un disastro. 


E no, non sto dicendo che sia tutta colpa dei genitori, parlo di ogni adulto che incontreranno. Comunque sono convinta che anche nel caso in cui le esperienze extra familiari fossero terribili, una famiglia attenta, amorevole, rispettosa e capace di osservare, ascoltare, supportare, può fare la differenza. 


Sì, sono un'inguaribile ottimista. Credo fermamente che l'amore vinca il mondo. 

E con il lavoro che faccio voglio credere di piantare ogni giorno piccoli semi d'amore, ogni volta che vedo una famiglia che impara ad ascoltare e rispettare i bisogni del proprio bambino, ad ascoltarlo, ad accoglierlo. Ogni volta che vedo questo penso: "questo bambino è salvo, è al sicuro". 

E non importa se e per quanto sarà allattato. 

Importa se e come sarà amato.

martedì 24 dicembre 2024

Natale 2024


E così eccoci arrivati ad un altro Natale.

Solite luminarie, negozi pieni, offerte, sconti, sorrisi, musichette, muraglie di pandori e panettoni di ogni tipo che ci sovrastano nei corridoi dei supermercati già da ottobre.

“A te e famiglia” che riecheggia ad ogni angolo…

Ma cosa stiamo festeggiando, esattamente?

“Natale è la festa della famiglia”

“È la festa dei bambini”

“Si festeggia il ritorno della luce, non è una festa cristiana, sono i cristiani ad essersene appropriati per inventare il Natale”

Eppure… il “Natale” pagano (penso ad esempio a Yule, che poi veniva festeggiato solo nei paesi Celti), la festa del solstizio d’inverno, esisteva anche prima, certo, per vari popoli, ma non ovunque e non aveva lo stesso significato del Natale cristiano (ovviamente, vorrei dire). Sì, i cristiani hanno scelto questo giorno in cui chi aveva altre credenze festeggiava il ritorno della luce per significare che la vera Luce era Gesù, non il sole, come dice Giovanni all’inizio del suo Vangelo: “veniva nel mondo la Luce vera, quella che illumina ogni uomo”.

A Natale si offrono doni a chi amiamo e questa usanza ricorda i doni ricevuti da Gesù.

Il Natale come lo conosciamo oggi esiste solo perché si è iniziato a festeggiare la nascita di Gesù in modo sempre più diffuso. E non appena la società dei consumi ha visto che se ne poteva fare una macchina da soldi, voilà, ecco il Natale dei regali ad ogni costo, dei Babbi Natale, dei dolci, eccetera... Babbo Natale ha sostituito Gesù bambino. Non sia mai che qualcuno possa ricordare il motivo per cui si festeggia...

Mi fa sorridere l’impegno degli adulti che cercano ad ogni costo di confermare ai bambini l'esistenza di Babbo Natale per "non rovinargli La magia del Natale", perché i bambini devono credere “a chi dona senza chiedere”, eccetera… Ma poi si inalberano se qualcuno preferisce insegnare ai bambini il vero significato del Natale, dicendo che le “riempie la testa dei bambini di favole”. Cioè, la favola di Babbo Natale va bene, ma "la favola" di Gesù no… perché? Eppure anche Gesù insegna a donare senza chiedere nulla in cambio, anche Gesù ama i bambini… Non sarà invece che “la magia del Natale” serve a noi genitori per tenere buoni i bambini e perché non ci coinvolge? Ci fa piacere vedere la gioia dei bambini, ma senza che ci sia il rischio di restarne coinvolti, di dover cambiare le nostre vite.

Credere in Gesù, invece, ti coinvolge tutta la vita e te la cambia per sempre.

Proprio ieri discutevo con uno sconosciuto sotto ad un post della ONG "Open Arms", un post in cui si affermava che i volontari di questa associazione salverebbero chiunque trovassero in pericolo, anche coloro che li insultano, li denunciano o li condannano. Lo sconosciuto scriveva che invece i migranti non vanno salvati, perché sono delinquenti (alla mia domanda: "anche i bambini sono delinquenti?" non ha risposto, ovviamente), sono "zecche", mentre lui, se fosse nella stessa situazione, dovrebbe essere salvato perché paga le tasse e quindi si aspetta che i suoi soldi siano usati per lui e non per chi non le paga (gli ho fatto quindi notare che allora, se la sua barca stesse affondando e fosse avvistato in mare da una imbarcazione non italiana, non dovrebbe avere nulla da ridire se lo dovessero lasciare lì ad affogare…) e via così, con altri luoghi comuni sul filone del "portali a casa tua” (al che ho risposto: “perché non li riporta indietro lei? Io non pago le tasse perché i miei soldi vadano nei viaggi di ritorno per questa gente)

Alla fine gli ho fatto la fatidica domanda se lui festeggiasse il Natale e mi ha risposto con orgoglio: "Certo che sì! Non sono mica musulmano!". Ora, a parte che anche per i musulmani Gesù era comunque un grande profeta, quindi lo venerano erano più di tanti finti cristiani, io mi chiedo cosa festeggi gente che ha questi pensieri. Lo sanno che stanno festeggiando un bambino nato in una famiglia poco “tradizionale”, visto che Maria è rimasta incinta fuori dal matrimonio; un bambino povero; un bambino che è stato costretto a fuggire per non essere ucciso e che quindi era un migrante, uno straniero, in terra di Egitto? Un bambino che da adulto ha detto: " ero straniero e non mi avete accolto"?

Ma esattamente cosa significa, per tutti quelli che sventolano rosari, baciano Bibbie e blaterano di "radici cristiane" essere, appunto, cristiani? Quale Gesù hanno in mente, quale Gesù hanno conosciuto?

Io conosco solo quello che mi ha detto: “ama il prossimo tuo come te stesso”.

 

                                                                          grazie a Seitreseiuno.it per l'immagine

sabato 20 aprile 2024

Gli adulti non si toccano! E... i bambini?

Quando mi capita di parlare di educazione dei bambini criticando i metodi punitivi chiedendo se noi adulti saremmo soddisfatti ad accettare gli stessi metodi su di noi, per i nostri errori, mi viene sempre risposto: "non è la stessa cosa!" oppure: "che razza di paragoni!". Quando chiedo perché, mi viene risposto che gli adulti non hanno bisogno di essere educati...

Ora...

Se guardiamo al comportamento di una grandissima quantità di adulti, tutto vedo meno che persone che non hanno bisogno di essere educate: è cosa di ogni giorno veder parcheggiare ovunque, non rispettare i limiti di velocità, cercare di passare avanti nelle code, gettare i rifiuti in terra o abbandonarli ovunque, picchiare le compagne, e così via... Potrei continuare questa lista molto a lungo, non vi pare? 

Quindi no, non credo affatto che gli adulti non abbiano bisogno di essere educati, anzi. E credo anche che il risultato di tale mancanza di educazione sia proprio quel tipo di modello punitivo ricevuto nell'infanzia per cui non si spiega il motivo per cui una cosa non va fatta, si punisce e non si fa "perché lo dico io". Così, da adulti, rispetteremo le regole solo se saremo costretti, se ci sarà il vigile, l'autovelox, la telecamera, ecc... E non perché avremo capito che il rispetto delle leggi serve a vivere bene in comunità, ad esempio. 

Se il nostro capo, davanti ad un nostro errore, ci desse uno sculaccione, oppure ci togliesse la pausa pranzo, o ancora facesse un tabellone in ufficio con su scritto chi ha sbagliato durante la settimana, credo che tutti ricorreremmo ai sindacati o ad una denuncia. Ma troviamo normale e giusto farlo ai bambini. Pretendiamo che i piccoli accettino di subire cose che noi per primi non accetteremmo mai e che, anzi, ce ne siamo anche grati perché sono "per il loro bene". Perché loro vanno "educati", mentre noi, che abbiamo appena buttato la cartaccia in terra o insultato l'automobilista che davanti a noi guida troppo piano, lo siamo già e non ne abbiamo bisogno... 

E comunque, se noi sbagliamo, pretendiamo che la punizione sia dignitosa. Una multa, un rimprovero... Ma un bambino va colpito, umiliato, chiuso in camera da solo, a letto senza cena ecc... Perché? 

"Ma perché non capisce i discorsi!" è la risposta. 

Bene, ok. Allora smetterà di fare quella cosa solo per paura della punizione e non perché avrà capito il motivo per cui è sbagliata. Se è questo il risultato che si desidera raggiungere, va benissimo, ma occorre anche sapere che non appena il figlio potrà eludere la punizione, continuerà a fare quella cosa, semplicemente di nascosto. Oppure la farà quando la nostra punizione non avrà più alcun potere su di lui. Esattamente come noi adulti che volano le regole se non c'è nessuno a controllare...

Se invece vogliamo che capisca il motivo per cui una certa cosa è sbagliata, occorrerà più tempo, più pazienza, più spiegazioni, più fatica. Ma il risultato sarà duraturo. Il figlio, molto probabilmente, farà sua la spiegazione. E, se invece troverà che non è d'accordo, se non altro avrà imparato a discuterne e sarà possibile trovare una soluzione condivisa. Se sarà troppo piccolo per questo, riuscirà comunque ad accettare più facilmente la regola perché saprà che c'è un motivo, dietro, anche se non lo condivide. 

E comunque, il fatto di non capire una spiegazione perché troppo piccolo per capire il linguaggio, significa anche che è troppo piccolo anche per capire il motivo per cui è stato colpito. E infatti i bambini dopo un po' ripartono a fare le stesse cose e vengono colpiti nuovamente. Se lo sculaccione o la punizione fossero così efficaci, ne basterebbe uno per ogni errore. Invece i promotori di questo sistema raccontano con orgoglio di quanti ceffoni e punizioni abbiano ricevuto da piccoli...

Se, invece, i bambini sono in grado di capire il motivo per cui vengono puniti, allora sono in grado anche di comprendere una spiegazione e non ci sarà bisogno di punirli. 

Questa cosa secondo la quale "non è la stessa cosa" punire un bambino e punire un adulto mi fa solo pensare che i bambini, fino ad una certa età, non siano considerati persone. Siano una sorta di animaletto selvaggio da domare. Peccato che, ormai, anche gli educatori cinofili, gli esperti di gatti, di cavalli ecc... affermino che gli animali vanno educati con pazienza ed amore e non con punizioni e costruzioni. Eppure... Nemmeno loro capiscono il nostro linguaggio! E allora? Forse i bambini valgono meno di un cane? 

Riflettiamoci, per favore. 

Immagine da Pixabay


venerdì 29 marzo 2024

Venerdì Santo

Da ieri sera è calato il silenzio nelle chiese del mondo. 

In ogni parte del mondo, in ogni chiesa, anche la più piccola e sperduta, le campane raceranno fino alla mezzanotte di sabato, quando il mondo esploderà di gioia, davanti alla resurrezione di Cristo, davanti alla vittoria definitiva e totale della Vita sulla morte.

Uscire dalle messa del giovedì santo in silenzio, senza saluto finale, mi ha fatto sempre sentire come se continuassi a vivere dentro la messa, in questi giorni, perché essa non è finita, c'è un continuum fra quella del giovedì, la celebrazione del venerdì e la messa di sabato notte (che infatti comincia senza saluto iniziale).

Questo mi ha fatto sempre vivere queste ore in modo diverso, come se il mondo fosse ovattato, se mi dovessi muovere in punta di piedi, se dovessi fare silenzio e "serbare ogni cosa nel cuore", come se fossi ancora davanti all'altare.

Anche Gesù fa silenzio.

"Non aprì la sua bocca"

Quanti di noi, accusati ingiustamente, resterebbero in silenzio e non cercherebbero, invece, di difendersi con tutte le forze? Nessuno, credo.

Ma lui fa silenzio.

Griderà forte solo al momento di lasciare il suo corpo per ricongiungersi al padre. E poi, ancora, silenzio fino al mattino del sabato, quando lo stupore, il dubbio, la paura, lasceranno il posto alla gioia irrefrenabile del sapere che la morte non ha più alcun potere, che Gesù è vivo e noi con lui.

E che lui sarà accanto a noi "ogni giorno, fino alle fine dei tempi"

Foto di William Gullo