lunedì 10 aprile 2017

Passione ieri e oggi

Quante volte avrò sentito il racconto della Passione di Gesù? Decine di volte. Eppure, ogni volta, mi dice qualcosa di nuovo. La bellezza della parola di Dio: si fa nuova ogni giorno!
Questa volta sono rimasta colpita dalle reazioni delle persone intorno a Gesù, riguardo a ciò che stava succedendo.
Ho pensato a Giuda e a Pietro. Entrambi tradiscono Gesù.
Giuda per soldi, Pietro per paura.
Ma hanno due reazioni diverse.
Il primo si uccide, il secondo scoppia a piangere, ma non se ne andrà mai più dal cammino che ha intrapreso con Gesù.
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Perché Giuda si uccide? Per il rimorso, certo. Ma, credo, soprattutto perché non ha compreso fino in fondo il messaggio portato da Gesù. Messaggio di amore e di perdono. Eppure anche lui ha visto quante volte Gesù ha perdonato le persone che si erano avvicinate a lui. Come mai non ha creduto che fosse possibile anche per se stesso? Come mai non è riuscito a correre sotto la croce e gridare: "perdonami"? Credo che Giuda cercasse altro, in Gesù. Lui cercava un condottiero, qualcuno capace di scacciare i Romani e di restaurare il Regno di Israele. Rimasto deluso, ha abbandonato Gesù. Ma quando ha capito che non solo lo aveva abbandonato, ma lo aveva condannato a morte (e che morte...), il rimorso lo ha portato ad uccidersi. Ancora una volta non ha pensato che Gesù fosse qualcosa di più di un condottiero. Ancora una volta non ha colto l'amore di Gesù per lui, che pure, pochi istanti prima, lo aveva chiamato "amico" e aveva accettato il suo bacio.
Pietro non si è ucciso. Pietro, forse, vedendo che perfino in quel momento Gesù sapeva cosa sarebbe accaduto, ha capito che Gesù era molto di più che un profeta. Ha capito che l'amore di Gesù era così grande che lo avrebbe perdonato. O forse, nel modo tranquillo con cui Gesù gli ha detto cosa avrebbe fatto, ha già intravisto i segni del perdono. Gli ci vorrà ancora un po', per arrivare ad essere la pietra su cui nascerà la prima Chiesa, ma è già in cammino.

Ancora, la reazione delle persone davanti alla sofferenza di Gesù.
Invece di vedere una persona che sta morendo con sofferenze indicibili, lo deridono, si accaniscono (non vogliono che i soldati diano da bere a Gesù qualcosa per stordirlo, vogliono vedere "se viene Elia a salvarlo")... E come non farsi venire in mente la scena del ragazzo immigrato, che è annegato non molto tempo fa a Venezia, sotto le grida di scherno dei presenti?
La storia dell'uomo va avanti da migliaia di anni, eppure continua a ripetersi sempre allo stesso modo.
Studiamo la storia e i gli effetti delle guerre passate, ma continuiamo a farne sempre di nuove. Studiamo le carneficine, le torture, le violenze perpetrate da dittatori e capi di stato, eppure vediamo che si ripetono più o meno identiche in ogni periodo.
Non abbiamo imparato niente.
Eppure Dio continua a morire per noi.
PER NOI!! Per questi esseri che si uccidono per un poco di liquido nero, o di pietre luccicanti... che si violentano ogni giorno, che lasciano morire fratelli di fame, malattie, guerre...
Eppure Gesù ha affidato la sua Chiesa non a uno come Giovanni, sempre fedele, fino sotto la croce, ma ad uno come Pietro. Ad uno che lo ha rinnegato, che è scappato, che non lo ha capito...
E noi che pretendiamo di sapere cosa pensa Dio, come agisce Dio, cosa farà Dio (ogni dove si leggono articoli su Dio che non vuole questo e non vuole quello... con parole di fuoco, aggressive, intolleranti...), quando il suo pensiero è talmente distante dal nostro che nemmeno con tutto il nostro ingegno unito insieme riusciremmo a capire un briciolo del suo modo di agire.
Chi studia la Bibbia cerca di capire cosa ci vuole dire Dio, ma comunque la logica che Lui segue sfugge sempre ad ogni comprensione.

In conclusione... se c'è stata speranza per Pietro, se uno come lui ha avuto un posto "in prima fila", allora c'è speranza anche per me.

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