Siamo quasi a Natale.
Qua e là appaiono i soliti commenti sul Natale "festa della famiglia", "festa dei bambini"... e perfino "compleanno di Gesù".
Scusate se apparirò bigotta, ma il Natale è rivivere la nascita di Gesù, nell'attesa del suo ritorno e nella richiesta di tornare presto a sistemare le cose in questo mondo.
Si ricorda come Dio si sia fatto piccolo piccolo, ultimo fra gli ultimi, per camminare accanto a noi, per farci sentire che non siamo soli, che anche lui, come noi, ha provato cosa voglia dire essere un uomo. Non è venuto a togliere il dolore, la fatica i problemi di vivere ogni giorno su questa terra, ma è venuto a condividerlo con noi, ci è stato e ci è accanto in questo cammino. Così come quando siamo sconsolati chiamiamo un amico e la sua sola presenza, il suo solo esserci vicino, ci fa sentire meglio, ci fa trovare la forza di andare avanti, ci ca sentire meno soli, così lui si è messo a camminare accanto ad ognuno di noi, come un amico.
Quale Dio ha mai fatto questo?
Poteva venire su un trono glorioso, fare un'apparizione spettacolare, così tutti avrebbero creduto in lui. Invece no. Ha voluto farsi uomo, vivere come noi, morire per noi. Solo così poteva dimostrarci quanto ci amasse. Un Dio lontano, che viene con squilli di tromba e si mostra in tutta la sua magnificenza, sarebbe stato un essere da temere, lontano dai nostro problemi, non avrebbe capito cosa è la fatica di vivere. Questo Dio ha voluto che sapessimo che ci è vicino, che sa cosa passiamo, che sa che possiamo farcela, col suo aiuto.