sabato 17 aprile 2021

Voglio smettere di allattare...

Foto di Giada e la sua mamma, Celeste

 "Ciao, sei una consulente? Volevo smettere di allattare e volevo sapere da te come fare"

Questa è la domanda che ricevo più spesso, negli ultimi tempi. Mi capita di chiedermi come mai questa sia la domanda più frequente, ultimamente, e come mai arrivi sempre da mamme di bambini nella fascia 16-22 mesi circa. Per la prima domanda, credo che ci possano essere diverse spiegazioni: La prima è che ancora l'allattamento oltre l'anno di età non viene considerato "normale" e quindi le mamme vengono inondate da critiche e inviti a smettere il prima possibile. Un'altra possibile spiegazione è che la maggior parte dei bambini, a quest'età, ha un aumento delle richieste, mentre invece l'aspettativa che hanno le mamme è che più crescono e meno dovrebbero chiedere il seno. Tutto questo può portare a frustrazione e risentimento o irritazione verso l'allattamento e quindi si pensa che, smettendo, il bambino diventerà meno "richiedente" e più facilmente gestibile.

Alla seconda domanda è facile rispondere: a questa età i bambini fanno tanti cambiamenti, sono in un periodo straordinario della loro crescita e chiedere così spesso di poppare è un po' come prendere la rincorsa per lanciarsi verso un salto: si va un po' indietro per prendere più sicurezza e slancio.

Ho notato, nella mia esperienza, che più si cerca di limitare questa richiesta e più essa aumenta, come se il bambino si sentisse preoccupato di perdere questa importante forma di relazione con la mamma e quindi si attaccasse "con le unghie e con i denti" per paura di perderla. Noto questo anche nei bambini che aumentano i risvegli notturni. Le mamme spesso mi dicono: "di giorno sono riuscita a togliere le poppate, ma di notte sono aumentate". È mia opinione, dato che sappiamo che un bisogno non soddisfatto prima o poi si ripresenta sotto altre forme, che siccome il bisogno di suzione, contatto e rassicurazione che i bambini soddisfano al seno è particolarmente forte in questo periodo, l'istinto cerca in qualche modo di soddisfare questo bisogno nell'unico momento in cui è possibile farlo. Questo non significa che i bambini si svegliano di proposito, volontariamente, per chiedere il seno, questo non è possibile per nessuno: nessuno può decidere di svegliarsi volontariamente. Quelli che voglio dire è che, essendo un bisogno fisiologico, in qualche modo l'organismo cerca di spingere il bambino verso la soddisfazione di quel bisogno e quindi possono aumentare i risvegli. Anche l'età, come dicevo prima, particolarmente impegnativa, porta i bambini ad avere più risvegli; quindi, se facciamo un mix di tutto questo, otteniamo una richiesta più frequente, la notte...

Davanti alla frequente richiesta di poppare che hanno spesso i bambini nel secondo anno, molte mamme si esprimono definendo questo atteggiamento "morboso", affermano che i bambini sono "ossessionati dalla tetta". Ma non c'è nulla di "morboso" in un bambino che cerca la sua mamma. I bambini non allattati attraversano anch'essi un periodo in cui richiedono continuamente le attenzioni materne e, anziché "mamma tetta" diranno solo "mamma" 20.000 volte al giorno... Per il vocabolario, morboso significa "che è proprio di un morbo", che ha significato patologico, che porta una malattia. In senso figurato significa "che denota eccessività rispetto alla norma" (Treccani). Un bambino di un anno e mezzo che cerca conforto e sicurezza fra le braccia della sua mamma e/o nel suo seno, non è né patologico, né fuori dalla norma biologica. Il semplice fatto che la quasi totalità dei bambini, a questa età, si comporti così, è indice evidente del fatto che sia un comportamento normale.

Per questo, cercare di smettere di allattare in questo periodo è, di solito, il momento in cui è più difficile; proprio perché i bambini ne hanno un bisogno maggiore. Eliminare le poppate non farà sì che il bambino abbia meno bisogno della mamma. Occorrerà quindi essere consapevoli che, per cercare di sopperire alla mancanza di esse, sarà necessario trovare altri modi per offrire conforto e attenzioni, spesso in misura maggiore. Proprio perché noi non siamo un biberon, siamo la mamma ed è di noi che il bambino ha bisogno. 

Mi verrebbe da dire che cercare di smettere proprio nel momento in cui il bambino mostra di averne più bisogno non sia una grande idea, ma spesso è proprio questa richiesta così frequente che rende le madri nervose e stanche e le spinge a desiderare che il bambino smetta di chiedere continuamente, notte giorno. Direi quasi che si cade in un circolo vizioso: il bambino aumenta la richiesta; la madre cerca di frenare questa richiesta; il bambino, preoccupato, chiede ancora di più; la madre diventa ancora più insofferente... Ma se la mamma sente che l'unica soluzione che potrebbe farla stare meglio è smettere o se comunque il gesto di allattare è diventato fonte di insofferenza, si può provare a fare un percorso che cerchi di fare accettare la cosa al bambino nel modo meno traumatico possibile.

Quindi, che fare, se si desidera davvero smettere oppure porre un freno alle poppate?

Io suggerisco sempre una consulenza fatta con calma, in cui sia possibile anche osservare il bambino, il suo comportamento, il suo carattere, per avere un minimo di conoscenza che permetta di capire cosa potrebbe funzionare con lui o lei. Ma queste consulenze sono per me momenti in cui mi sento sempre in difficoltà, anche dopo vent'anni.

Perché io non ho una ricetta magica.

Non ho un "metodo" valido per tutti.

Non ho un metodo "EASY" (End Allattamento Semplice for You 😂)

Ogni mamma conosce il suo bambino e può capire come accompagnarlo in questo percorso, se per lei non è fattibile aspettare che il bambino smetta da solo (sì, tutti i bambini smettono di aver bisogno di poppare, prima o poi, anche quando noi non facciamo nulla per spingerli in questa direzione. Nessuno poppa "fino a diciotto anni" 😅, ma nemmeno fino a dieci!!). Io posso fornire spunti di riflessione, idee, ma non ho una soluzione "ready-to-use".

Questo a volte mi fa sentire molto inadeguata, vedo che alcune mamme si aspettavano una soluzione rapida e facile e restano deluse. Ma l'allattamento è una relazione fra due persone, io ne sono al di fuori e non ho il diritto di entrare a gamba tesa in una relazione così profonda e delicata come quella fra una mamma e il suo bambino, quindi quello che posso fare, che faccio, è cercare di aiutare la mamma a trovare la sua strada, non la mia; a tirare fuori le sue risorse, le sue capacità, per capire cosa può funzionare nella sua situazione.

E sono sicura che ogni mamma abbia le capacità per farlo, se solo ascolta se stessa e il suo bambino e non tutto il coro di voci esterne che le dice cosa "deve" o "non deve" fare.

Informatevi su cosa è fisiologico e "normale" per l'età del* vostr* bambin*.

Guardate il\la vostr* bambin*.

Ascoltate il vostro cuore. 

E troverete la soluzione.



Se poi volete leggere qualche suggerimento più pratico e qualche indicazione più utile di questo articolo, Ecco qui due bellissimi articoli della collega Antonella Sagone https://antonellasagone.it/2021/05/15/smettere-di-allattare/

Foto di willsantt da Pexels