venerdì 14 aprile 2017

La Croce: follia per gli uomini

Una persona che si è definita atea mi ha raccontato che un'amica credente diceva di avere grosse difficoltà ad accettare la croce come simbolo di salvezza. Questa conoscente cercava di spiegare all'amica credente che la croce era il simbolo del gesto d'amore fatto da Gesù per salvare gli uomini, ma l'amica continuava a dire che uno strumento di tortura non poteva essere segno di salvezza.
Sono rimasta molto sorpresa per questa discussione. Sarebbe stato più logico che fosse avvenuto il contrario, cioè che la persona credente avesse spiegato il significato della croce alla persona atea.
Questo mi ha molto colpito.
Poi, la mia conoscente ha detto che comunque lei non trovava "giusto" il fatto che una persona innocente dovesse pagare per le colpe di altri.
Infatti, non lo è. Il sacrificio di Gesù non è "giusto" dal punto di vista umano. Il fatto che lui si lasci uccidere pur di non andare contro agli uomini e contro la loro libertà di scelta, per adempiere tutto ciò che era stato scritto in passato, per salvare persone che lo hanno rifiutato e ucciso, è del tutto folle, per la logica umana.
Eppure, alcune persone sotto la croce lo hanno detto chiaramente: "scenda dalla Croce e gli crederemo!"
Bastava che lui facesse un gesto eclatante, come ha fatto per Lazzaro, per la bambina morta, per tutti coloro che ha guarito...
Non ha fatto nulla.
Ha aderito fino in fondo al piano già scritto.
Se avesse fatto quel gesto, sarebbero tutti davvero caduti in ginocchio, proclamandolo figlio di Dio?
O piuttosto non avrebbero detto, come già in passato riguardo ad alcuni miracoli, che era "opera del demonio"?
E dove sarebbe finita la libertà lasciata agli uomini, di credere oppure rifiutare?
E così un gesto davvero ingiusto, come è stato definito dalla mia conoscente, è diventato un gesto salvifico.
Uno strumento di tortura terribile come la croce (buffo, no, che poi la Chiesa stessa di sia messa a torturare le persone facendo propria l'usanza dei tempi, anziché seguire la parola di Dio) è diventato simbolo di salvezza.

"Quando sarò elevato in alto, attirerò tutti a me" (Gv 12,32)

Speriamo che tutti gli uomini siano attirati da questo gesto di estremo amore - dare la vita per i propri amici - e smettano di uccidersi e distruggere il mondo.

lunedì 10 aprile 2017

Passione ieri e oggi

Quante volte avrò sentito il racconto della Passione di Gesù? Decine di volte. Eppure, ogni volta, mi dice qualcosa di nuovo. La bellezza della parola di Dio: si fa nuova ogni giorno!
Questa volta sono rimasta colpita dalle reazioni delle persone intorno a Gesù, riguardo a ciò che stava succedendo.
Ho pensato a Giuda e a Pietro. Entrambi tradiscono Gesù.
Giuda per soldi, Pietro per paura.
Ma hanno due reazioni diverse.
Il primo si uccide, il secondo scoppia a piangere, ma non se ne andrà mai più dal cammino che ha intrapreso con Gesù.
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Perché Giuda si uccide? Per il rimorso, certo. Ma, credo, soprattutto perché non ha compreso fino in fondo il messaggio portato da Gesù. Messaggio di amore e di perdono. Eppure anche lui ha visto quante volte Gesù ha perdonato le persone che si erano avvicinate a lui. Come mai non ha creduto che fosse possibile anche per se stesso? Come mai non è riuscito a correre sotto la croce e gridare: "perdonami"? Credo che Giuda cercasse altro, in Gesù. Lui cercava un condottiero, qualcuno capace di scacciare i Romani e di restaurare il Regno di Israele. Rimasto deluso, ha abbandonato Gesù. Ma quando ha capito che non solo lo aveva abbandonato, ma lo aveva condannato a morte (e che morte...), il rimorso lo ha portato ad uccidersi. Ancora una volta non ha pensato che Gesù fosse qualcosa di più di un condottiero. Ancora una volta non ha colto l'amore di Gesù per lui, che pure, pochi istanti prima, lo aveva chiamato "amico" e aveva accettato il suo bacio.
Pietro non si è ucciso. Pietro, forse, vedendo che perfino in quel momento Gesù sapeva cosa sarebbe accaduto, ha capito che Gesù era molto di più che un profeta. Ha capito che l'amore di Gesù era così grande che lo avrebbe perdonato. O forse, nel modo tranquillo con cui Gesù gli ha detto cosa avrebbe fatto, ha già intravisto i segni del perdono. Gli ci vorrà ancora un po', per arrivare ad essere la pietra su cui nascerà la prima Chiesa, ma è già in cammino.

Ancora, la reazione delle persone davanti alla sofferenza di Gesù.
Invece di vedere una persona che sta morendo con sofferenze indicibili, lo deridono, si accaniscono (non vogliono che i soldati diano da bere a Gesù qualcosa per stordirlo, vogliono vedere "se viene Elia a salvarlo")... E come non farsi venire in mente la scena del ragazzo immigrato, che è annegato non molto tempo fa a Venezia, sotto le grida di scherno dei presenti?
La storia dell'uomo va avanti da migliaia di anni, eppure continua a ripetersi sempre allo stesso modo.
Studiamo la storia e i gli effetti delle guerre passate, ma continuiamo a farne sempre di nuove. Studiamo le carneficine, le torture, le violenze perpetrate da dittatori e capi di stato, eppure vediamo che si ripetono più o meno identiche in ogni periodo.
Non abbiamo imparato niente.
Eppure Dio continua a morire per noi.
PER NOI!! Per questi esseri che si uccidono per un poco di liquido nero, o di pietre luccicanti... che si violentano ogni giorno, che lasciano morire fratelli di fame, malattie, guerre...
Eppure Gesù ha affidato la sua Chiesa non a uno come Giovanni, sempre fedele, fino sotto la croce, ma ad uno come Pietro. Ad uno che lo ha rinnegato, che è scappato, che non lo ha capito...
E noi che pretendiamo di sapere cosa pensa Dio, come agisce Dio, cosa farà Dio (ogni dove si leggono articoli su Dio che non vuole questo e non vuole quello... con parole di fuoco, aggressive, intolleranti...), quando il suo pensiero è talmente distante dal nostro che nemmeno con tutto il nostro ingegno unito insieme riusciremmo a capire un briciolo del suo modo di agire.
Chi studia la Bibbia cerca di capire cosa ci vuole dire Dio, ma comunque la logica che Lui segue sfugge sempre ad ogni comprensione.

In conclusione... se c'è stata speranza per Pietro, se uno come lui ha avuto un posto "in prima fila", allora c'è speranza anche per me.