lunedì 18 gennaio 2016

Non si picchia nessuno

Continuo a non capire la differenza fra tirare uno schiaffo o una pacca sul sedere ad un adulto oppure ad un bambino...
Continuo a pensare a ciò che ha detto Gesù: "se ho parlato male, spiegami dove è il male, ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?"

domenica 17 gennaio 2016

Le nozze di Cana e la fiducia di Maria

Oggi ascoltavo il Vangelo, quello in cui si racconta del miracolo dell' acqua tramutata in vino e mi sono messa a pensare, ad immaginare la scena. Un matrimonio, la confusione, l'allegria... poi la scoperta che il vino è finito!! Maria doveva essere molto vicina al padrone di casa per sentirlo, visto che nessun altro se ne era accorto. Maria se ne accorge. Maria è attenta anche alle piccole cose. E cosa fa? La vedo avvicinarsi a Gesù, parlargli in un orecchio, con la confidenza e la complicità di una madre: "non hanno più vino!" Maria va da Gesù, non per raccontare un pettegolezzo, ma perché sa che Gesù può cambiare le cose.
Ma con tutti i problemi che ci sono al mondo, si chiede un miracolo a Gesù perché manca il vino? Ma possibile che Maria non se ne renda conto? E con tutti i miracoli eclatanti che avrebbe potuto fare, per farsi conoscere, per cominciare la sua missione, proprio da una cosuccia come questa, parte?
Perché è così importante che ci sia il vino?
Il vino era il segno della festa. Un matrimonio senza vino sarebbe stato uno smacco, per il padrone di casa. Ma non credo che sia nemmeno per questo che Maria è intervenuta. O meglio, forse si, lei ci teneva, evidentemente. Ma possiamo leggere questa cosa da un diverso punto di vista: dove c'è  Gesù, non può non esserci festa. Il vino, appunto, è il segno della festa.
Ho notato che Maria non chiede a Gesù: "fai qualcosa". Lei si limita a dire cosa sta succedendo. Non chiede niente. Non dice a Gesù cosa lui dovrebbe fare. Lei ha completa fiducia in lui, sa che Gesù capirà da solo di cosa c'è bisogno.
Ma Gesù ci sorprende e risponde, in modo brusco "cosa vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora ". Io, come mamma, se mi sentissi rispondere da mio figlio "cosa vuoi da me?" mi sentirei molto ferita e mi verrebbe voglia di rispondergli a tono, anche se ha trent'anni ed è più grosso di me.
Maria no. Con la stessa decisione dimostrata quando l'angelo le annunciò di essere stata scelta, non si lascia zittire, dimostra tutta la sua fiducia in Gesù e si rivolge ai servitori "fate tutto ciò che lui vi dirà". Sembrerebbe che non ascolti Gesù, che non gli importi che lui le abbia detto che "non era il momento giusto". In realtà credo che questa sia una grande prova di fede. Maria ha fiducia che Gesù non lascerà cadere una richiesta che lei gli fa.
E dice ai servi: "fate tutto quello che lui vi dirà"
Ecco il trucco.
Maria non chiede nulla a Gesù. Maria vede un bisogno, si rivolge a Gesù per farglielo conoscere e poi parla ai servitori e dice di fare tutto ciò che Gesù dirà.
Cosa ci può insegnare?
Che noi siamo sempre a chiedere grazie su grazie, ma basterebbe dire a Gesù cosa ci sta succedendo, cosa ci sta a cuore e... fare quello che lui ci dice.
A questo punto la frase: "se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questa montagna 'gettati nel mare'..." significa che "avere fede" è non solo affidarsi a lui sapendo che può fare tutto, ma anche fare ciò che lui ci chiede, per diventare noi stessi gli strumenti per ottenere ciò di cui abbiamo bisogno.
Il miracolo non sarebbe avvenuto senza la collaborazione dei servi.
Se loro avessero detto: "questo è matto" e non avessero fatto nulla, nulla sarebbe successo.
Gesù vuole che noi stessi siamo costruttori del suo regno.
Dio vuole che noi collaboriamo con lui. Non è magnifico?

domenica 3 gennaio 2016

Bambini iperprotetti o mamme iperansiose?

Frequentando i vari gruppi di mamme su Internet, sono stupita da come la grande maggioranza sia molto vicina a soffrire di una sorta di sindrome di Münchhausen... bambini che vengono coperti come se dovessero affrontare una spedizione al Polo (anche con trenta gradi hanno la "maglietta della salute", non sia mai che "prendano una frescata "...), al primo starnuto gocce nel naso, aerosol, lavaggi nasali (ho provato io, una volta... mai più!!!!), antibiotici... se un giorno non fanno popò, clisteri, supposte, gambi di prezzemolo e termometri nel sedere, sciroppi di lattulosio... e poi "non correre sennò sudi ", no scalzo sennò hai i piedi freddi, non toccare la terra, non toccare l'erba, oddio ha 37,2 e la tosse, meglio andare al pronto soccorso? (Giuro)
Ma vivere con un po' meno di ansia? Lasciare un po' in pace questi bambini? Liberi di sporcarsi un po', di non sentirsi infagottati nei vestiti, libri di sudare e correre, liberi di prendersi un raffreddore senza che tutti pensino che abbiano l'ebola?
Mia mamma ci portava fuori e diceva: "correte a giocare"...