giovedì 2 settembre 2021

Paracapezzoli?

Praticamente ogni giorno sento mamme a cui è stato suggerito l’uso di paracapezzoli per i più svariati motivi, come se questo strumento fosse la soluzione per ogni problema di allattamento. E la cosa peggiore è che a nessuna mamma viene nemmeno detto come sceglierli e come indossarli (sì, nei rari casi in cui sia davvero necessario, occorre che sia della misura corretta per il capezzolo e per la bocca del bambino e che sia indossato correttamente, non appoggiato sul seno e via)

Girovagando per il web, i gruppi Facebook e le farmacie, mi capita di imbattermi nei più disparati modelli di paracapezzolo.

Alcune volte rimango senza parole (o meglio, ne avrei, ma non sono pronunciabili) di fronte alla fantasia di chi inventa alcuni modelli…

Ad esempio:






Dopo queste visioni, mi chiedo sempre come gli inventori di tali oggetti pensino che un bambino possa riuscire ad estrarre il latte dal seno e mi risulta chiaro che queste persone immaginano il seno come un biberon, in cui il latte esce da solo se inclinato verso il basso o, al massimo, se il bambino effettua un movimento di aspirazione come da una cannuccia.




Dato che nessuna mamma vede uscire il latte dal seno semplicemente se si inclina in avanti o se si aspira forte dalla punta del capezzolo, è evidente che questi oggetti impediranno al bambino di assumere il latte e di drenare il seno, che all’inizio si ingorgherà, per poi diminuire drasticamente la produzione confermando la tesi dell’operatore di turno: “signora, lei non ha latte”.

Credo che ognuna di voi, osservando questi aggeggi, si chieda come diavolo possa fare un bambino a far uscire il latte dal seno. Infatti, per estrarre il latte, un bambino deve effettuare non solo il vuoto sul seno, ma un vero e proprio massaggio del seno con la lingua, posta sull’areola e non sul capezzolo.

In un attacco corretto, il tessuto mammario riempie la bocca del bambino, il capezzolo finisce in fondo al palato duro e il bambino lavora con tutti i muscoli della bocca e della lingua, per estrarre il latte:

Immagine tratta dalla pagina: https://boltondental.com/dental-services/orthopedic-orthodontics/infant-tongue-lip-tie-frenectomy/lip-tongue-tie-impact-breastfeeding-bottle-feeding/

Nei modelli di paracapezzoli che ho 
mostrato, il bambino, invece, 
si attacca solo 
alla tettarella del paracapezzolo, come farebbe ad un ciuccio o ad un biberon, perché sarebbe impossibile, per lui, afferrare anche una porzione di seno all’interno della sua bocca!! Osservate la foto qui accanto, ad esempio e chiedetevi come la piccola possa effettuare, con la lingua e la bocca, il massaggio del seno necessario per estrarre tutto il latte che le occorre:




Ecco perché, anche usando un paracapezzolo, occorre ottenere lo stesso attacco profondo che si deve ottenere con il seno “nudo”. Infatti, se il bambino si attacca alla sola tettarella del paracapezzolo, non solo schiaccerà il capezzolo provocando comunque un po’ di dolore, ma non riuscirà ad estrarre latte, se non quello che esce dopo poco dall’inizio della poppata grazie al riflesso di emissione.

Per capire bene questo principio, provate a spremere il vostro seno schiacciando il capezzolo e poi premendo, invece, sull’areola, ad una certa distanza dal capezzolo:

https://www.youtube.com/watch?v=VXLeyPSOjbc

Usare il paracapezzolo senza cercare di ottenere un attacco “profondo”, cioè con un bel “boccone” di seno all’interno della bocca del bambino, rafforzerà nel bambino il meccanismo di suzione errato, in punta, cosa che è quasi sempre la causa del dolore ai capezzoli con conseguente formazione di ragadi.

Credo che adesso sia più chiaro comprendere come usare un paracapezzolo per risolvere il dolore ai capezzoli sia fuorviante. È come mettere un cerotto su una ferita: si può toccare la ferita sentendo meno male, attraverso il cerotto, ma non serve per risolvere e guarire.

Il paracapezzolo può essere utile in alcuni casi, ma non in caso di attacco scorretto, con conseguente formazione di ragadi. Può essere usato per riportare un bambino al seno quando ha sempre conosciuto il biberon e non sa più cosa fare al seno, perché non sente la stessa stimolazione forte data dalla tettarella; o in altre situazioni da valutare con una consulente professionale (IBCLC). Inoltre non va usato come spesso vedo fare: appoggiato sul seno e via, ma va indossato correttamente (rivoltato "come un calzino") e va trovato della misura corretta sia per il capezzolo che per la bocca del bambino.

Forma corretta del paracapezzolo

Tutto questo potete farlo seguendo le indicazioni della consulente che vi segue. Occorre inoltre che sia di silicone sottile, per permettere una buona stimolazione del seno. 






Un altro motivo per cui viene suggerito alle mamme di usare un paracapezzolo, spesso ancor prima che il bambino abbia mai provato ad attaccarsi, è il capezzolo piatto o “troppo piccolo” o, addirittura, “troppo grande” (in questo caso non si comprende come aumentare il volume del capezzolo usando questo strumento possa aiutare...). Dato che un neonato non ha mai visto nessun altro capezzolo prima di quello della sua mamma, non si capisce perché non debba andare bene quello che trova. Inoltre sfido chiunque a mostrarmi un capezzolo fatto come un paracapezzolo: perfettamente a tronco di cono, lungo almeno tre centimetri. In vent’anni ho visto migliaia di capezzoli e vi giuro che non ne ho trovato nemmeno uno così (e nemmeno come la tettarella di un biberon, di quelli che vengono pubblicizzati come “simili al seno materno”). Su questo argomento non mi dilungo più di tanto, dato che esiste un ottimo articolo della mia collega Martina Carabetta che potete trovare a questo link: http://www.consulenteallattamento.it/2017/12/il-mio-capezzolo-va-bene-ovvero-quando-non-se-ne-trova-buono-paracapezzoli-allattamento-roma/



Nessun commento:

Posta un commento