I bambini sono persone?
Potrebbe sembrare una domanda sciocca, a cui rispondere ridendo: "ovviamente!", ma non sono sicura che sia così scontato.
Voglio dire: quanti comportamenti mettiamo in atto, verso i bambini, che non ci sogneremmo mai di attuare, con un adulto? E non sto parlando di azioni "educative", per quanto, ahimè, alcuni adulti ne avrebbero urgente bisogno...
Voglio dire: quanti comportamenti mettiamo in atto, verso i bambini, che non ci sogneremmo mai di attuare, con un adulto? E non sto parlando di azioni "educative", per quanto, ahimè, alcuni adulti ne avrebbero urgente bisogno...
Sto parlando di azioni, frasi, atteggiamenti che abbiamo verso i bambini e che consideriamo normali, in cui non c'è "nulla di male".
Faccio qualche esempio preso dalla "vita vissuta" di azioni che noi faremmo verso un adulto:
Mettersi fra lui e la tv che sta guardando, chiacchierando anche con qualcun altro, per poi rispondere in malo modo se ci viene chiesto di spostarci e fare più piano, perché "sono solo sciocchezze, anche se le perdi non succede nulla" (magari con l'aggiunta di: "adesso non ho nemmeno il diritto di parlare con...?")
Cercare di fermare un comportamento indesiderato con la frase: "smettila o ti rigiro"
Ricattare per ottenere qualcosa: "se non fai questo, non avrai...\non ti voglio più bene\ti metto in punizione..."
Non rispondere quando ci chiamano, continuando ad ignorarli per un tempo indefinito perché noi stiamo facendo "qualcosa di importante" (parlare con qualcuno, solitamente) perché devono imparare che non si interrompe.
Togliere loro le cose di mano senza chiedere il permesso e brontolare se si arrabbiano.
Pretendere che condividano le loro cose con degli sconosciuti.
Sminuire ogni loro sentimento di rabbia, dolore o tristezza, con la frase: "non si piange per queste sciocchezze" (e sue varianti)
Potrei continuare ancora un bel po' e sono sicura che ognuno di voi avrà altri esempi anche più calzanti ed efficaci di questi. Tutti esempi di come siamo soliti trattare i bambini senza pensare che lo stesso atteggiamento, messo in atto verso un adulto, verrebbe come minimo considerato una mancanza di rispetto o di educazione. Per non parlare di "schiaffetti", sculaccioni, punizioni, offese ("ma sei cre**o???" Frase rivolta spessissimo si piccoli che non riescono a fare una cosa, oppure non capiscono quali che gli abbiamo chiesto o ancora fanno una cosa che gli abbiamo detto di non fare). Oddio, in realtà le offese vengono rivolte anche agli adulti, purtroppo...
Da tutto questo ne consegue, secondo me, che per molti di noi i bambini non sono "persone" alla stessa stregua degli adulti, sono una categoria a parte fino ad una certa età. Quale? Più o meno, secondo me, fino a quando il bambino non riuscirà a tenere testa all'adulto con risposte e atteggiamenti di sfida, passando così alla fase della "ribellione adolescenziale". Chissà perché succede, che stranezza... O no? Ricordo che un giorno, in una discussione familiare di poco conto, molto tranquilla, mio figlio maggiore, all'epoca dodicenne, provò ad intervenire con un suo pensiero e venne zittito da un parente presente con la frase: "non ci si intromette nelle discussioni degli adulti, i bambini devono stare al loro posto". Mio figlio, molto tranquillamente, rispose: "per favore, mi dici gli anni esatti che devo avere per poter parlare? Perché così quando ci arrivo ti dico tutto quello che penso di quello che dici". Il parente si offese e si arrabbiò molto, ma io dissi che il ragazzo non lo aveva offeso e che in casa nostra tutti avevano il diritto di parola e che, siccome gli era stato detto che era "troppo piccolo" aveva giustamente chiesto quale fosse l'età "giusta" per poter parlare.
Insomma, non solo ai bambini vengono richiesti comportamenti che noi stessi non siamo in grado di attuare e, anzi, non consideriamo corretti (nessuno di noi, immagino, sarebbe felice di aprire la sua borsa e lasciare che gli sconosciuti ai parco giochino con i nostri oggetti, ad esempio), ma non gli vengono riconosciuti gli stessi diritti delle altre persone, degli adulti (diritto ad essere triste, ad essere arrabbiato, a voler fare da solo, a rifiutare qualcosa, ad essere ascoltato, a voler guardare un film in pace, a mangiare quello che piace e non essere costretto a finire il piatto e così via...).
Ergo, i bambini non sono "persone".
O no?