Quando mi capitano fra le mani riviste “femminili”, trovo
spesso articoli del tipo: ”Bastano 5 minuti al giorno per tornare in forma”, “Più
bella in soli 5 minuti” e così via. Pensi che la tua giornata sia frenetica e
tu non abbia tempo? Niente più scuse: “basta spostare la sveglia di cinque
minuti”.
Ora, a parte che la mia sveglia suona già alle sei e mi pare sufficiente e che la gatta – che sicuramente ha letto questi articoli – spesso e volentieri mi sveglia anche prima, tipo le cinque, io sono davvero curiosa di sapere come faccia a stare tutto ciò che suggeriscono dentro i “cinque minuti” che dichiarano.
A meno che non si abbia il giratempo di Hermione Granger…
Ora, a parte che la mia sveglia suona già alle sei e mi pare sufficiente e che la gatta – che sicuramente ha letto questi articoli – spesso e volentieri mi sveglia anche prima, tipo le cinque, io sono davvero curiosa di sapere come faccia a stare tutto ciò che suggeriscono dentro i “cinque minuti” che dichiarano.
A meno che non si abbia il giratempo di Hermione Granger…
Vediamo un po’…
“Inizia la tua giornata col sorriso, con il saluto al sole;
pratica yoga antichissima…” Sono infatti duemila anni che il sole si chiede
cosa cavolo hai da ridere alle sei di mattina di gennaio, quando lui se ne sta
ancora dormendo beato su una spiaggia delle Canarie. Mi sembra di sentirlo: “Salutami
tua sorella, ci vediamo alle otto”
Dopo di che “una doccia con il getto freddo, tonifica la
pelle e riattiva la circolazione” e ti riduce all’istante ad un incrocio tra un
Polaretto e un bastoncino Findus.
Ma siamo solo all’inizio.
Mentre sei sotto la doccia non dimenticare di passare il
guanto di crine, “per eliminare le cellule morte” che, se non erano morte
prima, lo saranno sicuramente dopo l’uso del suddetto strumento di tortura.
Dopo la doccia, un “velo di crema idratante”, “un trucco
leggero dopo aver applicato la crema antirughe” (grazie, mi hai appena
ricordato che sto invecchiando) e, poi, la “scelta dell’outfit giusto” (ché
dire vestiti non fa figo). Non so voi, ma io al mattino (mattino… direi all’alba)
apro l’armadio e lascio che i capi più temerari mi saltino addosso. Perché
rotolarmi nell’armadio per vedere cosa resta attaccato si configura come “attività
fisica”, cosa che la mattina proprio, guarda… una voglia…
Arriva il momento della colazione.
“Il momento più importante della giornata” (e già qui mi
vedo, vecchia e canuta, seduta sul divano accanto al marito, indicare con mano tremante
delle vecchie foto ingiallite: “ricordi, caro? La colazione del 20 luglio del ’98?”
Altro che primo bacio, primo giorno di scuola…) “concediti almeno un quarto d’ora
per una colazione sana e nutriente”
L’orologio sul muro ticchetta impietoso, il Bianconiglio
corre disperato per la cucina gridando “Sono in ritardo! Sono in ritardo!”, ma
tu, no, tu imperterrita, apparecchi la tavola che famiglia del Mulino Bianco
levati, metti pure il mazzolino di fiori di campo appena colti (abiti al
settimo piano del centro di Milano, ma questo è un dettaglio), fai entrare il
sole (che nel frattempo ha deciso di alzarsi), svolazzi a piedi nudi in cucina
(i pezzi di Lego che si conficcano nel tallone li toglierai in seguito, al
pronto soccorso) e prepari il centrifugato di mela-arancia-carota-sedano-kiwi-dell’Himalaya,
il tè verde bio raccolto all’alba del solstizio d’estate da dieci vergini
tibetane, il pane di kamut con lievito madre, la marmellata-fatta-in-casa-con-la-
frutta-del-contadino e ti siedi sorridendo al resto della famiglia che arriva
felice ed entusiasta di iniziare una nuova giornata di lavoro e di scuola.
A questo punto, tonificata, nutrita, truccata, vestita di
tutto punto, puoi uscire per andare a spiegare al/lla tuo/a datore di lavoro
come mai sono le dieci di mattina e tu non sei ancora al tuo posto.
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