venerdì 11 marzo 2022

Si vis pacem... Para pacem! ☮️🏳️‍🌈♥️

Tutti vogliamo un mondo in pace. E mai come oggi, in cui non si tratta più di una guerra circoscritta a due fazioni opposte, ma rischia di coinvolgere l'intero pianeta. 
Ma cosa possiamo fare noi, in concreto, per costruire la pace? Non abbiamo potere decisionale, non abbiamo peso politico (perlomeno non come singoli individui, ma lo abbiamo se formiamo una comunità unita e che si mette in azione)...
Però, se davvero vogliamo la pace, dovremmo prima capire cosa significhi. Non è "pace" la semplice assenza di guerra. Perché, anche se è una buona cosa per la società, il fatto che non vengano scatenati conflitti armati, fintanto che non si educano le persone alla pace, il conflitto sarà sempre dietro l'angolo, pronto a scattare alla prima occasione, alla prima "provocazione".
Noi che inneggiamo alla pace, che in questi giorni mettiamo bandiere arcobaleno sui nostri profili e alle nostre finestre, cosa facciamo, realmente, per costruire un mondo di pace?
Siamo in pace col nostro vicino, oppure, se ci crea un fastidio, anziché discuterne con calma, cerchiamo il modo di "fargliela pagare"? 
Come reagiamo, se una persona ci taglia la strada o ci fa un qualche altro sgarbo, in macchina? Scendiamo urlando, pronti a fare volare parole pesanti o peggio, oppure discutiamo civilmente?
Se il nostro bambino riceve una spinta da un altro bambino, gli diciamo "la prossima volta tu dagliene una più forte", oppure gli diciamo di chiedere aiuto ad un adulto, di allontanarsi, di parlare col "colpevole"?
Se il nostro bambino combina un disastro, gli spieghiamo cosa ha sbagliato, oppure gli molliamo uno sculaccione e lo chiudiamo in camera sua "così impara"?
A scuola insegnamo ai ragazzi la collaborazione, oppure li spingiamo a primeggiare o li umiliamo con "vedi, Luca? Lui si che studia, mica come te!"
E così via...
Ogni piccolo gesto, ogni semplice frase, può essere un piccolo seme, "perché la pace, come grano al sole, cresca e poi diventi il pane d'oro, per tutta la gente" ("caro Gesù, ti scrivo", zecchino d'oro)
E forse così cresceremo generazioni di giovani che si rifiuteranno di imbracciare un fucile o salire su un caccia. Perché senza soldati che obbediscono agli ordini, i grandi capi che vogliono la guerra dovranno affrontarsi personalmente, uno di fronte all'altro, perché non ci sarà nessuno disposto a combattere.



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