Qualcosa, che io chiamo Dio, ma voi potete chiamare come più vi piace, ha acceso una "scintilla" che ha creato la Vita.
Un miracolo che nessun uomo, fin'ora è riuscito a replicare, se non partendo da geni già esistenti (https://www.focus.it/scienza/scienze/biologia-sintetica-la-vita-creata-in-laboratorio). Qualcosa che nessuno sa come sia avvenuto e perché e nemmeno di preciso quando... Cosa ha dato il via, il primo impulso, alla prima cellula che ha preso vita?
Per me, quindi, ogni forma di vita rappresenta qualcosa di straordinario, di miracoloso, qualcosa davanti alla quale restare a bocca aperta, in silenzio. La stessa energia vitale che scorre nell'enorme corpo di una balenottera azzurra, scorre anche nel più piccolo invertebrato esistente, nelle piante, dalla sequoia alla più piccola alga... Tutti hanno questa "scintilla", tutti.
Ed è per questo che penso che dobbiamo approcciarci ad ogni essere vivente con grande rispetto, sia esso umano, vegetale o animale. Non abbiamo nessun diritto di giocare con la vita altrui, di sopprimerla quando ci aggrada, come se stessimo strappando un disegno venuto male.
Eppure, proprio tre giorni fa, ho sentito una persona suggerire con noncuranza di sopprimere un animale ferito perché, non essendo un animale d'affezione, ma selvatico, "non valeva la pena" curarlo. Non ho capito bene il motivo per cui un cane si può curare, ma un cerbiatto no. Secondo lui, siccome considerava il cerbiatto solo come cibo, si doveva "approfittare" dell'occasione per ucciderlo e mangiarlo. La logica secondo la quale un animale abbia diritto di vivere ed un altro no solo perché qualcuno si ciba della sua carne, mi sfugge. Se hai la sfortuna di nascere cerbiatto, sappi che non hai nessun diritto di vivere, ma solo di essere "usato" come cibo. Il fatto che la sua esistenza abbia un valore perché è un essere vivente, inondato dalla stessa vita che ha permesso a tutti noi di esistere, quel miracolo di cui parlavo prima, o anche solo per il semplice fatto che contribuisce a mantenere un equilibrio sano nell'ambiente, per qualcuno non conta.
Faccio fatica a strappare le "erbacce" (criterio stabilito, come sempre, dall'uomo, che si arroga il diritto di dire quali vite siano "utili", "belle" e quali vadano soppresse), ho piantato delle barbabietole e non riesco a coglierle. Perché mi dispiace anche strappare una sola pianta. Quella pianta ha impiegato tempo ed energia per diventare ciò che è. Da un piccolo seme è uscita una grande meraviglia, unica, irripetibile, diversa da ogni altra. Si, lo so che si deve pur mangiare e che le piante non hanno sistema nervoso, però sempre vita è e quindi andrebbe usato rispetto anche verso di loro. Invece vedo buttare giù alberi centenari solo perché "fanno sporco" o ostacolano la costruzione di un parcheggio...
Il mio piccolo Stefano e un vitellino |
Quello che voglio dire è che per me dovremmo avvicinarci ad ogni vita con enorme rispetto. Qualsiasi vita. Se decidiamo di sopprimere una vita, pensiamo bene a cosa stiamo facendo.... stavo pensando che popoli come i nativi americani ringraziavano gli animali per aver permesso all'uomo di nutrirsi del loro corpo. Un po' diverso dall'atteggiamento di chi li considera solo oggetti da produrre più rapidamente possibile in modo più economico possibile, senza preoccuparsi delle sofferenze che vengono inflitte loro. Almeno, se proprio vogliamo cibarci della loro carne, facciamo in modo che vivano una vita degna, che possano stare bene (so pensando ad esempio agli allevamenti di maiali allo stato brado o le pecore libere di pascolare...). Invece li rinchiudiamo in gabbie in cui non riescono a muoversi, in cui vivono in mezzo ai propri escrementi, senza mai vedere la luce del sole, strappati alle madri dopo pochi istanti dalla nascita...
E che dire di quello che facciamo agli esseri umani? Torture, razzismo, emarginazione, violenza, bullismo, derisione, minacce, umiliazioni... Abbiamo una gamma infinita di modi per fare soffrire il prossimo.
Se solo riuscissimo a vedere ogni vita come un miracolo, come qualcosa di straordinario, forse avremmo più rispetto per ogni essere vivente che ci circonda.
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