Mi "sale la carogna", quando sento definire certe persone "ultracattoliche", quando di "cattolico" non hanno proprio nulla. Così come definire i terroristi "fondamentalisti islamici", quando invece
l'Islam sarebbe una religione di pace. Questa gente che si riempie la bocca col nome di Dio, della Madonna, delle "nostre radici cristiane", ma poi è pronta a chiudere la porta in faccia a chi ha bisogno, a gioire per il male che si abbatte sugli altri definendolo "punizione divina", mostrando di avere un'idea di Dio totalmente al di fuori di quella del Dio d'amore mostrato da Gesù, come può definirsi "cristiana"?
Cristiano è cui che segue Cristo.
E per seguire Cristo occorre prendere sulla spalle "la propria croce", che non significa esaltare la sofferenza, cercare la flagellazione, ma seguire la strada indicata da Dio, che passa attraverso il dono totale di se stessi, fino, se serve, a donare anche la propria vita, come ha fatto Gesù sulla croce.
E donare se stessi a chi? Agli altri, ma quali "altri"?
Quelli belli, buoni, bravi, "uguali" a noi?
Oppure a tutti?
"E chi è il mio prossimo"? Chiesero a Gesù.
Il tuo prossimo è quello che si ferma quando ti vede in difficoltà, ti porta al sicuro, si prende cura di te. Come il samaritano. Già, avete fatto caso che Gesù non dice che il "prossimo" è l'uomo che giace a terra, ma è il samaritano: "Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?».
Quindi tutto quelli che si riempiono le mani di Rosari e sventolano vangeli, dovrebbero anche seguire ciò che sbandierano e farsi prossimo degli altri, di chi è steso a terra, senza più speranza, senza più niente e chinarsi su di lui, accoglierlo fra le proprie braccia e soccorrerlo.
mercoledì 22 aprile 2020
domenica 5 aprile 2020
Affidiamoci a Maria??
Ieri ho sentito la notizia che riporta una richiesta del famigerato ex-ministro per riaprire le chiese perché, secondo lui, abbiamo bisogno dell'aiuto di Maria per superare la pandemia.
Sebbene io sia cristiana e cerchi di essere credente (la fede può avere momenti di crisi, attraversare le paludi del dubbio, a volte), questa esternazione mi ha irritato, infastidito, fatto "cadere le braccia".
In ordine sparso, cercherò di spiegare il perché delle mie reazioni.
Quest'uomo ha sempre sulla bocca il nome di Maria, perfino quando agita il rosario, in cui, vorrei informarlo, si rivive la passione di Cristo. Non di Maria.
Un cristiano dovrebbe mettere al primo posto Dio. Maria è un esempio da seguire, una figura da venerare (non adorare! "Adorerai il Signore Dio tuo, a Lui solo renderai culto"), che può intercedere per noi presso Dio, ma non è Dio.
Dio, come Padre, Figlio e Spirito Santo, è la persona che andiamo ad incontrare in chiesa, quando celebriamo l'Eucarestia. I santi, compreso la Madonna, partecipano con noi a questa festa, ma non sono loro e basta, che andiamo ad incontrare.
Aggiungo anche che non è necessario andare in chiesa, per pregare. Gesù dice:
Sembra poi che quest'uomo non nomini altri che la Madonna. Perché?
Perché non dice, ad esempio: "chiediamo a Dio di aiutare i medici a trovare una cura"?
Io credo che sia troppo "impegnativo".
Va bene sventolare rosari, nominare madonne, baciare santini, ma semplicemente perché questo colpisce la "pancia" di un elettorato pseudo cattolico, che fa della religione solo un insieme di superstizioni, preghiere da recitare a memoria per ottenere "la grazia", acqua santa da spruzzare in casa "perché non si sa mai"...
Parlare di fede, che è affidarsi totalmente a Dio, che è cammino giornaliero, costante, per cercare di restare nel sentiero che lui ha tracciato per noi, non richiamerebbe così tanto consenso.
Occorre qualcosa di gridato, che richiami "le nostre tradizioni", che parli allo stomaco, non alla ragione.
Se fossi un medico, un ricercatore, una qualsiasi di quelle persone che stanno cercando di fermare il virus, chi con la ricerca di un vaccino, di una cura; chi con l'assistenza ai malati, mi sentirei offeso, ignorato, sminuito nei mio lavoro.
Vorrei sentirmi dire, semmai, qualcosa come "preghiamo affinché medici, infermieri, ricercatori, operatori sanitari, abbiano la forza per affrontare questo periodo così faticoso, affinché non si ammalino, affinché trovino una cura efficace...".
Ma, come molti altri in passato, egli usa la religione (non la fede!! Non è la stessa cosa...) per ottenere consensi, per sembrare dalla parte della ragione, per distruggere, creare divisioni, scontenti, paura, rabbia...
Ma Dio non si lascia usare. E nemmeno sua Madre.
Dio, i santi, non sono un distributore di miracoli a pagamento: se io dico dieci pateravegloria tu mi DEVI fare ciò che chiedo.
Sicuramente Dio ascolterà le preghiere di cui si rivolge a Lui con fede, così come farà la Madonna, ma sarà poi Dio stesso a decidere se e come intervenire, secondo il suo disegno, che noi non riusciamo a vedere, a capire, ma che saprà fare qualcosa di buono, alla fine, anche da questo triste momento.
Sebbene io sia cristiana e cerchi di essere credente (la fede può avere momenti di crisi, attraversare le paludi del dubbio, a volte), questa esternazione mi ha irritato, infastidito, fatto "cadere le braccia".
In ordine sparso, cercherò di spiegare il perché delle mie reazioni.
Quest'uomo ha sempre sulla bocca il nome di Maria, perfino quando agita il rosario, in cui, vorrei informarlo, si rivive la passione di Cristo. Non di Maria.
Un cristiano dovrebbe mettere al primo posto Dio. Maria è un esempio da seguire, una figura da venerare (non adorare! "Adorerai il Signore Dio tuo, a Lui solo renderai culto"), che può intercedere per noi presso Dio, ma non è Dio.
Dio, come Padre, Figlio e Spirito Santo, è la persona che andiamo ad incontrare in chiesa, quando celebriamo l'Eucarestia. I santi, compreso la Madonna, partecipano con noi a questa festa, ma non sono loro e basta, che andiamo ad incontrare.
Aggiungo anche che non è necessario andare in chiesa, per pregare. Gesù dice:
"Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,5-8).Sebbene la chiesa sia il luogo in cui la comunità si riunisce per celebrare l'Eucarestia, la presenza di Dio è ovunque e la preghiera personale può essere fatta ovunque.
Sembra poi che quest'uomo non nomini altri che la Madonna. Perché?
Perché non dice, ad esempio: "chiediamo a Dio di aiutare i medici a trovare una cura"?
Io credo che sia troppo "impegnativo".
Va bene sventolare rosari, nominare madonne, baciare santini, ma semplicemente perché questo colpisce la "pancia" di un elettorato pseudo cattolico, che fa della religione solo un insieme di superstizioni, preghiere da recitare a memoria per ottenere "la grazia", acqua santa da spruzzare in casa "perché non si sa mai"...
Parlare di fede, che è affidarsi totalmente a Dio, che è cammino giornaliero, costante, per cercare di restare nel sentiero che lui ha tracciato per noi, non richiamerebbe così tanto consenso.
Occorre qualcosa di gridato, che richiami "le nostre tradizioni", che parli allo stomaco, non alla ragione.
Se fossi un medico, un ricercatore, una qualsiasi di quelle persone che stanno cercando di fermare il virus, chi con la ricerca di un vaccino, di una cura; chi con l'assistenza ai malati, mi sentirei offeso, ignorato, sminuito nei mio lavoro.
Vorrei sentirmi dire, semmai, qualcosa come "preghiamo affinché medici, infermieri, ricercatori, operatori sanitari, abbiano la forza per affrontare questo periodo così faticoso, affinché non si ammalino, affinché trovino una cura efficace...".
Ma, come molti altri in passato, egli usa la religione (non la fede!! Non è la stessa cosa...) per ottenere consensi, per sembrare dalla parte della ragione, per distruggere, creare divisioni, scontenti, paura, rabbia...
Ma Dio non si lascia usare. E nemmeno sua Madre.
Dio, i santi, non sono un distributore di miracoli a pagamento: se io dico dieci pateravegloria tu mi DEVI fare ciò che chiedo.
Sicuramente Dio ascolterà le preghiere di cui si rivolge a Lui con fede, così come farà la Madonna, ma sarà poi Dio stesso a decidere se e come intervenire, secondo il suo disegno, che noi non riusciamo a vedere, a capire, ma che saprà fare qualcosa di buono, alla fine, anche da questo triste momento.
mercoledì 1 aprile 2020
Domenica delle palme 2020
Domenica prossima sarà la Domenica delle palme.
Ne ho parlato qualche anno fa, qui https://pensieripaola.blogspot.com/2014/04/domenica-delle-palme.html
Ma questa domenica sarà del tutto diversa.
Questa domenica, che ho sempre vissuto come se fosse una porta che si spalanca sulla settimana Santa, come una unica festa, collegata a tutte le altre celebrazioni della settimana, sarà diversa.
Per la prima volta in vita mia, non percorrerò le strade con l'olivo in mano, cantando tutti i soliti salmi, sentendomi a volte perfino un po' ridicola, anacronistica e altre volte sentendomi testimone della mia fede, per chi osserva da fuori.
Non porterò a casa l'olivo scegliendo con cura i rami più belli da appendere e conservando i vecchi per alimentare il fuoco della notte di Pasqua.
La festa dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme sarà vissuta nell'intimità delle nostre case, mentre il racconto della Passione sarà come un'eco di ciò che tante persone nel mondo stanno vivendo in questo periodo.
Alle persone che quotidianamente muoiono per fame, guerre, malattie, si aggiungono adesso quelle che muoiono da sole per il virus (e ci vorrebbe stargli accanto e non può) e tutti quelli che stanno lavorando senza sosta per aiutare i malati. Medici, ricercatori, infermieri, "semplici" addetti alle pulizie, e moltissimi altri.
Io non riesco ancora ad immaginare una settimana Santa senza celebrazioni vissute da tutti i fedeli insieme, uno vicino all'altro. Mi è purtroppo capitato di non aver potuto partecipare di persona, per malattia, ma comunque la messa c'era, le chiese erano gremite. Adesso le chiese sono vuote ed è attraverso uno schermo che il sacerdote ci parla. Per fortuna abbiamo questo mezzo, ma pensare di vivere la festa più grande della cristianità attraverso uno schermo, temo che potrebbe gettarmi nello sconforto.
Ma un cristiano, mi disse un giorno mio fratello, non può essere pessimista, perché sa che il mondo è nelle mani di Dio. Sa che, in qualunque modo vadano le cose, Dio saprà tirarne fuori qualcosa di buono e non ci lascerà soli.
Un Dio che ha camminato con noi, che ha provato su di sé il dolore, l'angoscia, l'abbandono, sa cosa stiamo provando e non permetterà che nemmeno una delle nostre lacrime vada perduta. Nessuno dei nostri sospiri resterà inascoltato.
Ne ho parlato qualche anno fa, qui https://pensieripaola.blogspot.com/2014/04/domenica-delle-palme.html
Ma questa domenica sarà del tutto diversa.
Questa domenica, che ho sempre vissuto come se fosse una porta che si spalanca sulla settimana Santa, come una unica festa, collegata a tutte le altre celebrazioni della settimana, sarà diversa.
Per la prima volta in vita mia, non percorrerò le strade con l'olivo in mano, cantando tutti i soliti salmi, sentendomi a volte perfino un po' ridicola, anacronistica e altre volte sentendomi testimone della mia fede, per chi osserva da fuori.
Non porterò a casa l'olivo scegliendo con cura i rami più belli da appendere e conservando i vecchi per alimentare il fuoco della notte di Pasqua.
La festa dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme sarà vissuta nell'intimità delle nostre case, mentre il racconto della Passione sarà come un'eco di ciò che tante persone nel mondo stanno vivendo in questo periodo.
Alle persone che quotidianamente muoiono per fame, guerre, malattie, si aggiungono adesso quelle che muoiono da sole per il virus (e ci vorrebbe stargli accanto e non può) e tutti quelli che stanno lavorando senza sosta per aiutare i malati. Medici, ricercatori, infermieri, "semplici" addetti alle pulizie, e moltissimi altri.
Io non riesco ancora ad immaginare una settimana Santa senza celebrazioni vissute da tutti i fedeli insieme, uno vicino all'altro. Mi è purtroppo capitato di non aver potuto partecipare di persona, per malattia, ma comunque la messa c'era, le chiese erano gremite. Adesso le chiese sono vuote ed è attraverso uno schermo che il sacerdote ci parla. Per fortuna abbiamo questo mezzo, ma pensare di vivere la festa più grande della cristianità attraverso uno schermo, temo che potrebbe gettarmi nello sconforto.
Ma un cristiano, mi disse un giorno mio fratello, non può essere pessimista, perché sa che il mondo è nelle mani di Dio. Sa che, in qualunque modo vadano le cose, Dio saprà tirarne fuori qualcosa di buono e non ci lascerà soli.
Un Dio che ha camminato con noi, che ha provato su di sé il dolore, l'angoscia, l'abbandono, sa cosa stiamo provando e non permetterà che nemmeno una delle nostre lacrime vada perduta. Nessuno dei nostri sospiri resterà inascoltato.
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