Mi "sale la carogna", quando sento definire certe persone "ultracattoliche", quando di "cattolico" non hanno proprio nulla. Così come definire i terroristi "fondamentalisti islamici", quando invece
l'Islam sarebbe una religione di pace. Questa gente che si riempie la bocca col nome di Dio, della Madonna, delle "nostre radici cristiane", ma poi è pronta a chiudere la porta in faccia a chi ha bisogno, a gioire per il male che si abbatte sugli altri definendolo "punizione divina", mostrando di avere un'idea di Dio totalmente al di fuori di quella del Dio d'amore mostrato da Gesù, come può definirsi "cristiana"?
Cristiano è cui che segue Cristo.
E per seguire Cristo occorre prendere sulla spalle "la propria croce", che non significa esaltare la sofferenza, cercare la flagellazione, ma seguire la strada indicata da Dio, che passa attraverso il dono totale di se stessi, fino, se serve, a donare anche la propria vita, come ha fatto Gesù sulla croce.
E donare se stessi a chi? Agli altri, ma quali "altri"?
Quelli belli, buoni, bravi, "uguali" a noi?
Oppure a tutti?
"E chi è il mio prossimo"? Chiesero a Gesù.
Il tuo prossimo è quello che si ferma quando ti vede in difficoltà, ti porta al sicuro, si prende cura di te. Come il samaritano. Già, avete fatto caso che Gesù non dice che il "prossimo" è l'uomo che giace a terra, ma è il samaritano: "Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?».
Quindi tutto quelli che si riempiono le mani di Rosari e sventolano vangeli, dovrebbero anche seguire ciò che sbandierano e farsi prossimo degli altri, di chi è steso a terra, senza più speranza, senza più niente e chinarsi su di lui, accoglierlo fra le proprie braccia e soccorrerlo.
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